Il genetista Novelli: "Troppi morti, i vaccini da soli non bastano. Servono i monoclonali"
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Il genetista Novelli: "Troppi morti, i vaccini da soli non bastano. Servono i monoclonali"

Parla il docente di Genetica medica all'Università Tor Vergata di Roma: “In attesa dell’immunità di gregge servono anche altre misure”

Giuseppe Novelli
Giuseppe Novelli
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23 Marzo 2021 - 17.41


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In Italia l’andamento dell’indice di contagio e dei morti per Coronavirus è in continuo aumento.
Per giunta, le vaccinazioni nelle varie Regioni stanno subendo forti rallentamenti rispetto a quanto pianificato dal piano vaccinale.
Oggi, Giuseppe Novelli, docente di Genetica medica all’Università di Tor Vergata di Roma e all’Università del Nevada negli Stati Uniti ha affermato che i vaccini da soli non potranno arginare il problema del Covid e che servirà l’ausilio degli anticorpi monoclonali.

“Ci dobbiamo rendere conto che in Italia abbiamo ancora 400 morti al giorno per Covid. I vaccini da soli non bastano.
Se ne facciamo 500mila al giorno arriveremo presto all’immunità di gregge, ma non vedo ancora questi numeri.
Intanto però le persone si contagiano e si ammalano, per questo servono più strumenti e gli anticorpi monoclonali hanno dimostrato di essere efficaci nel ridurre le ospedalizzazioni.
Dopo un anno che, insieme ad altri colleghi, mi sgolo per dire che gli anticorpi monoclonali sono la strada giusta per combattere il Covid, ora vedo molti che sono saliti sul carro.
Mi fa piacere ma voglio pensare al futuro, a quando li avremo in farmacia”.
Ha affermato il genetista che è stato tra i primi in Italia a lavorare allo sviluppo di anticorpi monoclonali anti-Covid,

Ha poi continuato Novelli: “Il fatto che ora partono le sperimentazioni degli anticorpi monoclonali in alcuni centri italiani è una bella notizia.
Sono un farmaco che usato nelle prime fasi della malattia riduce l’ospedalizzazione nel 70-80% dei casi, sono molto specifici e risentono delle varianti, di conseguenza come accaduto con i vaccini è necessario continuare studiare il virus e isolare e caratterizzare altri anticorpi.
In Italia, al momento, abbiamo due monoclonali ‘commerciali’ ma già sappiamo che non sono sufficienti”.

Al momento gli unici anticorpi monoclonali utilizzabili in Italia sono il cocktail della Regeneron e il farmaco di Eli Lilly.
C’è poi la via italiana agli anticorpi monoclonali con la Toscana Life Sciences che ha realizzato il Monoclonal Antibody Discovery Lab a Siena, dove il team guidato dallo scienziato Rino Rappuoli sta svolgendo i primi test sull’uomo, con 40 volontari coinvolti. Il via libera dell’Aifa agli anticorpi monoclonali, pubblicato il Gazzetta ufficiale il 9 marzo, ha permesso l’arrivo della terapia in alcuni centri tra cui l’Inmi Spallanzani di Roma, dove sarà fatta in day hospital.

Ha ricordato il genetista: “Noi come Tor Vergata stiamo lavorando con l’Università di Toronto che ha disposizione la più grande biblioteca di anticorpi al mondo.
Stiamo sperimentando su cellule e animali, verifichiamo come rispondono alle mutazioni del Covid già note o che potrebbero arrivare.
Siamo a buon punto ma per la commercializzazione occorre poi un’azienda”.

Altro versante “molto interessante” è quello dei farmaci anti-Covid “ci sono almeno 500 molecole in fase di studio nel mondo”, osserva Novelli.
“Questo fronte di ricerca è necessario perché basta un focolaio per far riprendere l’epidemia – avverte lo scienziato – mentre il farmaco colpisce ‘strumenti’ all’interno delle nostre cellule che il virus usa per entrare.
Di queste molecole promettete ce ne sono molte. Però è fondamentale fare il sequenziamento genetico del virus, tracciare le varianti e capire dove sono diffuse e la loro contagiosità, non puoi combattere un nemico se non lo conosci”.

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