Il ministero della Salute ha raccomandato l'uso del vaccino AstraZeneca sopra i 60 anni"

Lo ha detto il direttore del Css Locatelli: ""La maggior parte di questi eventi trombotici a carico dei seni venosi cerebrali si sono osservati in soggetti di sesso femminile, soprattutto sotto i 60 anni"

Franco Locatelli
Franco Locatelli
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7 Aprile 2021 - 07.41


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Una scelta prudente: “Alla luce delle considerazioni Ema è stato deciso dal ministro di raccomandare l’uso preferenziale del vaccino AstraZeneca nei soggetti sopra i 60 anni di età”.
Lo ha detto il direttore del Consiglio Superiore di Sanità, Franco Locatelli, in conferenza stampa.
“Ema e Aifa hanno valutato nuovi dati che sono stati resi disponibili per quel che riguarda in particolare lo sviluppo di fenomeni trombotici e tromboembolici a carico dei seni venosi cerebrali” ha spiegato, sottolineando che “il nesso di causalità è stato dichiarato plausibile”. “Eventi molto rari – ha chiarito – ma superiori all’aspettato fino all’età di 60 anni”.
“La maggior parte di questi eventi trombotici a carico dei seni venosi cerebrali piuttosto che del distretto del ritorno venoso addominale si sono osservati in soggetti di sesso femminile, soprattutto sotto i 60 anni di età, nei primi 14 giorni dopo la somministrazione di vaccino”.

L’attesa delle decisioni

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L’Italia attende news dall’Ema, l’agenzia europea del farmaco, che potrebbe fissare nuovi parametri e stabilire limiti -per categorie e età- dopo l’analisi dei rarissimi eventi avversi segnalati dopo la somministrazione di AstraZeneca. “Il Comitato di farmacovigilanza (Prac) dell’Ema non è ancora giunto a una conclusione e la revisione è in corso. Terremo una conferenza stampa non appena la revisione sarà terminata”, la posizione dell’agenzia, che ha dato appuntamento ad oggi o a domani.

”Penso che dobbiamo fidarci delle nostre istituzioni, sono fatte di scienziati e tecnici che hanno dedicato la loro vita a queste materie. Poi abbiamo a che fare con un virus nuovo e con vaccini che sono stati messi in commercio da pochi giorni, è evidente che la scienza deve continuare a monitorare”, ha detto il ministro della Salute, Roberto Speranza, a DiMartedì. “Io mi fido di Aifa e Ema, penso che sapranno darci le risposte giuste ma non dimentichiamo mai che il vaccino è la vera strada per chiudere questa stagione difficile di restrizioni”, ha aggiunto rimettendosi totalmente alle decisioni che verranno assunte dall’agenzia europea e da quella italiana.

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I casi di trombosi successivi alla somministrazione di vaccino AstraZeneca “sono pochi, ma sembrano avere un minimo comun denominatore: donne sotto i 60 anni”, ha detto Pierpaolo Sileri, sottosegretario alla Salute, a Cartabianca. “E’ giusto che questi pochi casi vengano controllati e che l’Ema dia indicazioni sicure. Ogni ente regolatorio può adottare decisioni più restrittive, ma credo sia il momento di adottare una linea comune in tutta Europa. Altrimenti si crea confusione e la popolazione non capisce”, ha detto Sileri.

“I giovani -ha ricordato- sono stati vaccinati perché inizialmente AstraZeneca è stato autorizzato per le persone di età inferiore ai 55 anni. Questo ha creato due binari paralleli: un vaccino per i giovani, due vaccini (Pfizer e Moderna, ndr) per i più anziani. AstraZeneca è stato autorizzato il primo febbraio per gli under 55. Il 22 febbraio” il limite “è stato portato a 65 anni, ai primi di marzo si è deciso” di salire “oltre i 65 anni”.

Intanto AstraZeneca ha fatto sapere che delle 340mila dosi di vaccino anti Covid previste per il 14 aprile ne arriveranno la metà ovvero 175mila mentre le altre saranno consegnate il 16 e il 23 aprile, quando sono previste le successive consegne, come si è appreso dalla struttura del commissario all’emergenza coronavirus Francesco Paolo Figliuolo.

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Potrebbe fare scuola la linea indicata della Germania, con la raccomandazione di somministrare il vaccino solo agli over 60. Per i soggetti di età inferiore a 60 anni che hanno ricevuto la prima dose di AstraZeneca, in Germania potrebbe essere presa in considerazione l’ipotesi di utilizzare un vaccino a mRna (quindi Pfizer o Moderna) per la seconda somministrazione.

Da Londra rimbalzano indiscrezioni secondo cui l’agenzia dei farmaci britannica, Mhra, starebbe considerando possibili restrizioni alla somministrazione del vaccino nei giovani adulti per la preoccupazione di possibili trombosi rare. Lo riferisce Channel 4, ripreso dai principali media britannici. L’emittente televisiva cita “due fonti”, secondo cui “sebbene i dati non siano ancora chiari, ci sono argomentazioni crescenti che giustificherebbero l’opzione di somministrare un altro vaccino alle fasce di popolazione più giovani, almeno sotto i 30 anni”. Nessuna conferma ufficiale è arrivata, al momento, dall’Mhra.

Sospesi, nel frattempo, i test relativi al vaccino per bambini e adolscenti. Il prof. Andrew Pollard dell’università di Oxford ha detto alla Bbc che non sono emerse preoccupazioni sui test in sé, ma che la sperimentazione pediatrica verrà comunque sospesa in attesa di ulteriori informazioni dall’Mhra.

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