Galli difende AstraZeneca: "Le manifestazioni negative solo dopo la prima dose"

Il responsabile di malattie infettive del Sacco di Milano dopo i rari casi di trombosi: "Chi ha già fatto la prima dose può andare avanti in maniera serena. Manifestazioni avvengono dopo qualche giorno"

Massimo Galli
Massimo Galli
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10 Giugno 2021 - 08.29


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Un chiarimento che deve essere recepito da chi di nuovo mette in dubbio la reale efficacia dei vaccini AstraZeneca.

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Se la prima dose non ha provocato problemi, si può procedere con la seconda dose tranquillamente, senza temere conseguenze gravi.

E’ il messaggio del professor Massimo Galli mentre – dopo nuovi casi di trombosi successivi alle somministrazioni – si profilano nuove indicazioni sul vaccino, attualmente raccomandato per gli over 60 ma somministrato anche a soggetti più giovani nei vari open day.

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“Le manifestazioni negative sono in un periodo ristretto dopo la prima dose. Chi l’ha già fatta” senza problemi “può andare avanti in maniera serena: non state lì ad aspettare il coccolone, non vi viene. Le manifestazioni molto rare intervengono dopo la prima dose, entro un numero di giorni limitato, al massimo due settimane”, dice Galli, responsabile di malattie infettive del Sacco di Milano, ad Agorà.

“Dovremmo avere una posizione forte, chiara e definita che venga dalle autorità responsabili”, aggiunge auspicando indicazioni chiare sul farmaco: “C’è stato un tira e molla veramente increscioso, anche con dei difetti di inadeguatezza di comunicazione imbarazzanti su questo vaccino”.

“Il punto fondamentale su cui mi piacerebbe fosse fatta chiarezza – dice – è su quanto questo vaccino resta strategico per completare il quadro di vaccinazione nel nostro Paese. Se dobbiamo ancora ragionare in termini di costi-benefici in quella direzione allora il discorso resta aperto. Altrimenti – afferma l’infettivologo – non ho difficoltà a schierarmi nell’ambito di coloro che stanno pensando a una seria divisione dell’utilizzo di questo vaccino e a una sua limitazione in fasce di età in cui non ha una associazione significativa con questa pur rara condizione ma che crea un continuo allarme, molta ansia e certamente non migliora la qualità di vita di coloro che si vaccinano. Io credo – conclude sul tema- sia giunto il momento di porre questo problema sul tavolo e ci sia una presa di posizione chiara e definitiva”.

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“Questo è un virus capace di evolvere piuttosto rapidamente, questo è il vero problema. La Gran Bretagna ha il record assoluto di vaccinazioni fatte. Ora c’è un incremento importante di contagi, ma non tale da strapparsi i capelli, provocato dall’evoluzione della variante indiana. Non è difficile preconizzare che” la variante indiana “tra un po’ andrà in giro per tutta Europa, contenuta però dalle vaccinazioni”, dice Galli analizzando il quadro generale. “E’ difficilissimo parlare dell’immunità di gregge perché con le varianti è difficile togliere del tutto” il virus, “ma vaccinare molto significa tentare di limitare il più possibile la circolazione”.

 

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