Buone notizie dal Giappone: uno studio conferma l'efficacia a lungo termine dei vaccini

I risultati degli approfondimenti della Fujita Health University di Toyoake, nella prefettura di Aichi, condotti su un campione di 209 tra medici e personale sanitario che hanno ricevuto vaccini Pfizer

Vaccini a Napoli
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16 Settembre 2021 - 10.21


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Una buona notizia nella lotta al covid che sembra dimostrare una maggiore efficacia nei vaccini.
Studi della Fujita Health University di Toyoake, nella prefettura di Aichi, condotti su un campione di 209 tra medici e personale sanitario che hanno ricevuto vaccini Pfizer, hanno confermato come la quantità di anticorpi nel sangue, a circa tre mesi dalla prima vaccinazione, sia calata a circa un quarto della quantità osservata immediatamente dopo la seconda vaccinazione. Tuttavia questo dato, secondo i ricercatori, “non è indicativo del reale stato di protezione che offre il vaccino in quanto il numero di anticorpi è solamente uno degli indicatori e solo perché diminuiscono a un quarto non significa che l’efficacia del vaccino diminuisca a sua volta ad un quarto”.

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Nonostante l’evolversi del virus e le ondate di infezioni, prosegue il team di ricerca nel testo della pubblicazione dei dati della ricerca, “tuttavia i rischi di sviluppare una forma grave della malattia sono molto bassi per i vaccinati. Questo perchè grazie alla vaccinazione vengono prodotti molti anticorpi e il corpo diventa in grado di prevenire l’infezione. Le cellule immunitarie che producono anticorpi diventano ‘cellule della memoria’ che ricordano le caratteristiche del virus mentre monitorano il corpo”.

A conferma della ricerca dell’università di Toyoake si è pronunciato il noto virologo e professore presso l’Istituto di Scienze Mediche dell’Università di Tokyo Ken Ishii, secondo il quale “anche nel caso in cui una persona fosse infettata dopo che gli anticorpi sono diminuiti, tuttavia le cellule della memoria sono in grado di riprodurre nuovi anticorpi in grado di attaccare il virus. L’efficacia del vaccino ruota su tre punti chiave:

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prevenire l’infezione, prevenire lo sviluppo della malattia e prevenire lo sviluppo di sintomi gravi. La diminuzione degli anticorpi è stata prevista fin dall’inizio e la valutazione dell’efficacia dei vaccini esaminando solo le quantità di anticorpi stessi e le loro prestazioni è fuorviante”.

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