Sono 900 gli artisti provenienti da tutto il mondo che negli ultimi trent’anni hanno scalato le vette per suonare la loro musica tra bivacchi e paesaggi mozzafiato delle Dolomiti. Gli amanti delle gite in montagna potranno essere il pubblico che assisterà ai concerti in alta quota.
Questa è la magia del festival I suoni delle Dolomiti che celebra il traguardo dei suoi 30 anni. L’edizione del 2025 comincerà il 27 agosto e si concluderà il 4 ottobre. L’anteprima è fissata per il 6 giugno con la partecipazione di Alessandro Baricco e l’ensemble francese di musica medioevale Diabolus in Musica al Rifugio Fuciade nel gruppo della Marmolada. Il concerto di apertura sarà con l’ensemble dei Wiener Philharmoniker alla Malga Tassulla nelle Dolomiti di Brenta; mentre la chiusura della rassegna sarà affidata ai giovani dell’Orchestra Europea e dell’Orchestra Stauffer, ancora al Fuciade, con la Pastorale di Beethoven.
Fra i vari concerti ci saranno quelli speciali, come l’esibizione di Paolo Fresu con l’orchestra Haydn, che si terrà all’alba, ore 6:30, il 4 settembre sul Col Margherita. Non mancherà il trekking dal 12 al 14 (a pagamento) da Madonna di Campiglio al Rifugio Brentei con il Quartetto Prometeo e Mario Brunello, violoncellista applaudito in Italia e all’estero, che partecipa al Festival dalla prima edizione e che da una decina d’anni ne è il direttore artistico.
Brunello racconta che cosa è cambiato rispetto alle prime edizioni: ”Abbiamo volutamente mantenuto il format che ci ha dato molte soddisfazioni ma per il trentennale il segnale ci doveva essere. L’anteprima, l’inizio e la fine sono state pensate per riflettere sul passato e il futuro della musica. L’ interesse centrale nel trovare un nuovo suono delle Dolomiti è stato il concorso intitolato a Paolo Manfrini, l’inventore del festival, morto nel 2018, con la chiamata ai giovani gruppi interessati a mettere insieme arte e natura”.
Fra le varie richieste di partecipazione, più di 50, la giuria ne ha valutate 48. Tra le tre band selezionate ci saranno le ragazze del trio vocale jazz Le Scat Noir, che si esibiranno il 2 settembre ai laghi di Bombassei, in val di Fiemme.
Alla domanda: “Che cosa hanno insegnato questi 30 anni” Brunello risponde: “Che la musica con la emme maiuscola sta bene ovunque; che i grandi spazi diventano generatori di arte e non hanno bisogno di cornici anche se noi possiamo dirlo perchè sono le montagne più belle del mondo”. La novità da allora – osserva – è stato mettere insieme le persone che amano natura, arte e musica, farle camminare insieme facendo vivere una esperienza molto personale. Non è la massa di persone che si riunisce in una sala da concerto. È un pubblico che si costruisce passo dopo passo, fatica dopo fatica, che si accomoda sul prato o sulla roccia che più gli piace per ascoltare”. Brunello continua dicendo: “I Suoni hanno contribuito ad allargare l’idea che la montagna si può vivere anche senza sfruttarla, raccogliendo quello che gli occhi degli artisti riescono a vedere in più. Si è consolidato il rispetto per la natura. L’ atteggiamento che era di pochi, degli abitanti del posto ha contagiato il pubblico. Molte volte ho visto spettatori chiedere attenzione al luogo, di lasciare la montagna come la si è trovata”. Il fatto che la tecnologia per forza di cose non possa entrare in questo festival costringe a restare concentrati sulle sette note senza troppi fronzoli. ”La musica fra le Dolomiti serve a portare con sé la bellezza che si può creare e formare all’istante, a fruire di quest’aria pura, di questi spazi e di questa luce meravigliosa. È un rendersi conto di che ricchezza abbiamo dentro di noi, con noi e di poterla condividere con gli altri”.
Brunello racconta anche che cosa gli ha insegnato questa esperienza: “Ho capito che il mio suono in queste situazioni è unico, non fruisce dell’acustica della bella sala, della storia del Musikverein dove ha suonato Beethoven o Brahms. In questi spazi il mio suono è quello che esce in quel momento dal violoncello. Tanti musicisti passati in questi 30 anni hanno apprezzato molto questo aspetto, trovarsi a tu per tu con il loro strumento”.
I suoni delle Dolomiti, organizzato da Trentino Marketing con le aziende per il turismo delle valli che ospiteranno l’evento, dà anche attenzione alle persone con disabilità con quattro concerti inclusivi. Proprio una donna non vedente fu protagonista nel primo concerto della prima edizione dell’episodio che Brunello continua a raccontare come il più suggestivo e rivelatore della storia dei Suoni: ”Arrivò su in ritardo quando il concerto era già finito. Ci fece capire che non era venuta per vedere il panorama con il sottofondo della musica, ma a sentire la musica in mezzo alle montagne pur non vedendole. Con Paolo ci siamo detti: Ecco, questa è la ragione per fare il festival”.