L'urlo di Laika: un bacio scioccante per denunciare il genocidio a Gaza
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L'urlo di Laika: un bacio scioccante per denunciare il genocidio a Gaza

Un'opera provocatoria della street artist mascherata Laika, ritrae un bacio tra Hitler e Netanyahu, per denunciare quella che l'artista definisce una "soluzione finale" per il popolo palestinese a Gaza.

L'urlo di Laika: un bacio scioccante per denunciare il genocidio a Gaza
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27 Maggio 2025 - 21.37 Culture


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Un’immagine destinata a far discutere e a scuotere le coscienze è apparsa nella notte tra il 25 e il 26 maggio a Roma, davanti al liceo Manara, in via Basilio Bricci. Si tratta del nuovo poster della street artist mascherata Laika, intitolato “La Soluzione Finale”, che ritrae un provocatorio bacio tra Adolf Hitler e Benjamin Netanyahu.

L’opera non lascia spazio a interpretazioni ambigue: il dittatore nazista si complimenta idealmente con il premier israeliano per la gestione della guerra a Gaza. Un riferimento diretto e volontariamente scioccante alla “soluzione finale” nazista, che Laika stessa spiega senza mezzi termini: “Ho scelto un’immagine estrema per scuotere stampa e opinione pubblica. Il governo israeliano, con il sostegno di Stati Uniti, Unione Europea (Italia e Germania in testa), sta portando avanti una sistematica operazione di annientamento del popolo palestinese”.

L’artista incalza, definendo l’operazione “Carri di Gedeone” come una vera e propria pulizia etnica: “L’esercito israeliano ha già occupato l’81% della Striscia e ridotto la popolazione civile alla fame”, sottolinea l’artista. Descrivendo Gaza come una “prigione a cielo aperto, oggi quasi completamente rasa al suolo, in cui sono morti decine di migliaia di civili, tra cui oltre 20.000 bambini”, Laika prevede che “la fase successiva sarà la deportazione dei sopravvissuti”.

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L’opera si configura come un grido di accusa contro l’ipocrisia occidentale. L’artista critica aspramente il silenzio dell’Europa di fronte ai “crimini israeliani”, in netto contrasto con le sanzioni imposte alla Russia per l’invasione dell’Ucraina. “Il genocidio palestinese non solo è tollerato, è finanziato, mentre le proteste a difesa di questo popolo oppresso e martoriato vengono represse”, afferma Laika, esortando anche le comunità ebraiche a “voltare le spalle a Netanyahu”, ricordando come “chi ha provato un dolore grande come l’Olocausto non può accettare le atrocità di Gaza”.

Le accuse di Laika si estendono anche al governo italiano, che pur definendosi pro-vita “resta in silenzio davanti alla morte di migliaia di bambini, come nel caso di Alaa al-Najjar, pediatra e madre, cui un missile israeliano ha ucciso nove dei suoi dieci figli pochi giorni fa”. E aggiunge: “Non abbiamo imparato nulla dal passato. La fine di Gaza coinciderà anche con la nostra fine in termini di democrazia e di difesa dei diritti umani”.

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