Orestiadi 2026: Gibellina si accende come capitale dell'arte
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Orestiadi 2026: Gibellina si accende come capitale dell'arte

La 44ª stagione delle Orestiadi, un festival intriso di contemporaneità, promette un dialogo avvincente tra arti visive, teatro, musica e letteratura, proiettando Gibellina verso nuove vette culturali.

Orestiadi 2026: Gibellina si accende come capitale dell'arte
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27 Maggio 2025 - 21.32 Culture


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Gibellina, una città che ha saputo rinascere dalle sue ceneri dopo il terremoto del 1968, è stata insignita del prestigioso titolo di Capitale dell’arte contemporanea 2026. Un riconoscimento che non solo celebra il suo passato, ma ne proietta il futuro. Per onorare al meglio questa nomina, il direttore artistico delle Orestiadi, Alfio Scuderi, ha ideato un programma che mira a creare un fertile dialogo tra le diverse espressioni artistiche: dalle arti visive al teatro, dalla musica alla letteratura.

La 44ª stagione del Festival delle Orestiadi, che da sempre ha nel suo DNA la spinta verso l’arte contemporanea, si aprirà il 4 luglio e si concluderà il 3 agosto. Un mese intero dedicato all’innovazione e alla cultura, con l’obiettivo di “portare l’entusiasmo verso il futuro”, come sottolineato da Francesca Corrao, presidente della Fondazione Orestiadi. Un’entusiasmo condiviso anche dal sindaco Salvatore Sutera, che evidenzia la “forte collaborazione di tutti i Comuni del territorio, della Fondazione e delle Istituzioni”, dimostrando come la creazione di una rete sia fondamentale per raggiungere risultati eccellenti.

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Scuderi ha sottolineato come la nomina a Capitale dell’arte contemporanea sia un tributo alla storia di un territorio profondamente amato da Ludovico Corrao, ex sindaco e figura chiave del risveglio culturale di Gibellina dopo il sisma. In questa ottica, il direttore artistico ha immaginato una grande anteprima, “La notte del contemporaneo”, in programma il 27 e 28 giugno. Un vero e proprio festival nel festival, che vedrà cinque musicisti animare le piazze e i palazzi di Gibellina, creando un ponte tra passato e futuro.

Il Festival vero e proprio prenderà il via il 4 luglio con una nuova e affascinante riscrittura del Macbeth di Shakespeare, curata da Sergio Rubini. Il programma è ricco di prime nazionali di grande impatto, tra cui spiccano “Wonder Woman” di Antonio Latella, un’opera che affronta il delicato tema dello stupro, lo spettacolo dedicato a “L’estasi della lotta” di Camille Claudel, e “La parte per il tutto”, una storia d’arte e d’amore firmata da Manlio Santanelli e interpretata da Silvia Ajelli.

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La chiusura del Festival, il 31 luglio, sarà un momento particolarmente suggestivo: Luca Zingaretti leggerà “Autodifesa di Caino” di Andrea Camilleri al Cretto di Burri, un luogo simbolo della rinascita di Gibellina. E restando nel mondo di Camilleri, Olivia Sellerio presenterà “Zara Zabara”, una raccolta di canzoni da lei composte ed eseguite che hanno accompagnato gli episodi della celebre serie televisiva del Commissario Montalbano.

Il Festival darà spazio anche a progetti di grande inclusione sociale, come la rielaborazione de “Il Sogno di una notte di mezza estate” a cura dei Teatri Alchemici, che vedrà protagonisti ragazzi con sindrome di Down. Non mancheranno momenti di riflessione e memoria: il 19 luglio Davide Enia ricorderà Paolo Borsellino, seguito dalla presentazione dell’ultimo romanzo di Roberto Andò, “Il coccodrillo di Palermo”. Infine, Emma Dante porterà in scena la sua rivisitazione di una favola, “Il canto della sirena”.

La conclusione del Festival, come di consueto, sarà al Cretto il 3 agosto, con “Un’Orestea contemporanea” che vedrà la partecipazione di Isabella Ragonese. A chiudere in bellezza, un toccante omaggio di Danilo Rea a Fabrizio De André. Gibellina si prepara a essere il palcoscenico di un’esperienza culturale indimenticabile.

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