In attesa di Sinner-Alcaraz a Wimbledon c'è malcontento per i giudici di linea elettronici

Molti giocatori si sono lamentati per le decisioni e i malfunzionamenti tecnici da parte del nuovo sistema automatico. Sta per andare in onda la finale anche in chiaro su Tv8

In attesa di Sinner-Alcaraz a Wimbledon c'è malcontento per i giudici di linea elettronici
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13 Luglio 2025 - 15.41 Culture


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Alzi la mano chi pensava che non ci sarebbero state polemiche. Quest’anno, per la prima volta in assoluto, sui campi in erba di Wimbledon tutte le chiamate di linea sono state affidate a un sistema elettronico, che elimina in toto i giudici di linea in campo dopo ben 148 anni.

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Malfunzionamenti tecnici, errori nell’attivazione e dubbi crescenti sull’affidabilità del sistema hanno scatenato un acceso dibattito tra giocatori, arbitri e organizzatori, forse non pienamente consapevoli dei possibili problemi che si sarebbero potuti verificare con il suo utilizzo.

Il primo caso (di una lunga lista) eclatante si è verificato durante il match tra la russa Anastasia Pavlyuchenkova e la britannica padrona di casa Sonay Kartal. Per un errore umano, il sistema elettronico automatico è rimasto spento per tre punti consecutivi, togliendo la possibilità alle giocatrici di “chiamare” il challenge nell’eventualità di una palla finita vicina alla riga o fuori dal campo per questione di centimetri o, addirittura, millimetri. Ironia della sorte, durante uno scambio una pallina è finita abbondantemente fuori ma l’arbitro, privo di qualsiasi aiuto da parte dei “line judges”, ha dovuto interrompere il gioco e far rigiocare il punto alle due atlete.

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La direzione del torneo, per giustificare il grottesco episodio accaduto, ha spiegato che il sistema era stato disattivato tra un match e l’altro e che qualcuno si era dimenticato di riattivarlo. Da allora sono state implementate misure per impedire che le telecamere vengano spente manualmente durante lo svolgimento dei match.

Nel quarto di finale maschile tra lo statunitense Taylor Fritz e il russo di origini armene Karen Khachanov, un’altra situazione controversa ha visto il sistema chiamare “fault” (una mossa errata fatta durante il servizio che fa perdere il punto al giocatore) durante uno scambio, mentre un raccattapalle era ancora in campo. L’arbitro, dato che il sistema non era riuscito a riconoscere in modo corretto l’inizio del punto, ha dovuto sospendere il game e ha fatto ripetere lo scambio dopo aver verificato che la tecnologia funzionasse a dovere.

L’utilizzo del sistema elettronico al posto dei giudici di linea umani ha, tuttavia, diviso i due atleti. Fritz l’ha accolto positivamente, sostenendo che “elimina il dubbio legato alle challenge”. Al contrario, Khachanov ha sottolineato la sua “sensazione di solitudine in campo” senza la presenza dei giudici di linea.

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Altri atleti, oltre a quelli sopracitati, hanno sollevato dei dubbi sulla precisione e l’affidabilità del sistema. Ad esempio, la tennista britannica di origini romene Emma Raducanu, dopo la sconfitta contro la bielorussa Aryna Sabalenka, ha espresso sfiducia nelle chiamate elettroniche citando un episodio durante il match in cui una palla chiaramente fuori è stata, invece, giudicata buona. Alla Raducanu ha fatto eco il connazionale del circuito maschile Jack Draper, che ha dichiarato: “Non credo che il sistema sia affidabile al 100%.”

Altri problemi hanno visto coinvolto l’americano Ben Shelton, sconfitto in tre set dal n.1 del ranking Jannik Sinner nei quarti di finale, costretto ad accelerare il proprio match per evitare il rischio di malfunzionamenti con il calare della luce, e alcuni giocatori che hanno, invece, lamentato difficoltà a sentire le chiamate automatiche sui campi secondari.

Tuttavia, lo scetticismo sull’uso del “giudice di linea elettronico” parte da lontano, dato che la svizzera Belinda Bencic aveva manifestato dubbi sulla tecnologia in tempi non sospetti, e Alexander Zverev, invece, nei mesi scorsi criticò una chiamata elettronica controversa pubblicando una foto dell’episodio sui suoi canali social.

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Il CEO dell’All England Club, Sally Bolton, ha chiarito che il sistema non si basa su intelligenza artificiale, ma su una tecnologia elettronica automatizzata che comunque necessita dell’attivazione da parte di operatori umani. Molteplici sono stati gli errori e gli episodi controversi connessi all’uso del sistema elettronico fino ad ora, ma Wimbledon, il torneo più prestigioso al mondo, sta sperimentando in tempo reale le potenzialità e i limiti di un’innovazione totale nel mondo della racchetta.

Il dibattito sull’ affidabilità, la trasparenza e la sicurezza del sistema elettronico è più vivo che mai, ma adesso è tempo di concentrarsi sulla finale maschile fra il n.1 del mondo Jannik Sinner e il n.2 del Carlos Alcaraz, che si terrà oggi alle ore 17:00 italiane (partita in diretta in chiaro su Tv8), sperando che non si verifichino episodi ambigui con protagonisti i giudici di linea tecnologici che, nonostante siano stati appena introdotti nel tennis, sono già sulla graticola.

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