In programma dal 27 agosto al 6 settembre, il cinema italiano si presenta con una presenza solida e variegata: circa una trentina di titoli, tra film, cortometraggi, serie e coproduzioni internazionali. Un panorama che unisce nomi affermati e nuove voci, tra storie forti e sperimentazioni di genere.
Secondo il direttore della Mostra, Alberto Barbera, la selezione di quest’anno riflette una qualità diffusa in tutte le sezioni – dal concorso ufficiale a Orizzonti, fino alle proiezioni fuori concorso – dimostrando che il cinema italiano gode di buona salute. Tuttavia, ammette, avrebbe sperato in esordi più sorprendenti e convincenti rispetto all’anno precedente.
La selezione è nata da oltre 170 lungometraggi e quasi 190 corti italiani esaminati. A dominare la scena sono soprattutto registi già noti a livello internazionale, a partire dai cinque in gara per il Leone d’Oro: Paolo Sorrentino con La Grazia, interpretato da Toni Servillo, un film che per Barbera richiama per stile ed essenzialità Le conseguenze dell’amore; Leonardo Di Costanzo con Elisa, dove Barbara Ronchi interpreta una donna alle prese con la perdita di memoria legata a un crimine terribile; Pietro Marcello con Duse, dedicato alla grande attrice Eleonora Duse e interpretato da Valeria Bruni Tedeschi; Gianfranco Rosi, che racconta Napoli nel documentario Sotto le nuvole; infine Franco Maresco, con Un film fatto per Bene, un diario personale dai toni ironici e pungenti.
Anche se i registi in concorso sono tutti uomini, Barbera ricorda che tra le opere internazionali selezionate ci sono sei film diretti da donne.
Fuori concorso, l’Italia propone una serie di titoli molto attesi, come After the Hunt di Luca Guadagnino, con Julia Roberts nel ruolo di una docente coinvolta in un caso delicato di molestie. Il film, prodotto da Amazon, approda al Lido per volontà precisa del regista e della piattaforma. C’è anche Antonio Capuano con L’isola di Andrea, un legal drama interpretato da Teresa Saponangelo e Vinicio Marchioni. Andrea Di Stefano invece punta alla commedia con Il maestro, una storia sul rapporto tra un maestro di tennis fallito (Pierfrancesco Favino) e un ragazzo privo di talento.
Tra le proiezioni di mezzanotte troviamo La valle dei sorrisi di Paolo Strippoli, una favola oscura, e Orfeo, opera prima e autoprodotta di Virginio Villoresi. I documentari raccontano volti noti della cultura italiana: Roberto Andò dedica un ritratto al fotografo Ferdinando Scianna, mentre la musica è protagonista in tre film su De Gregori, Pelù e Nino D’Angelo – quest’ultimo raccontato dal figlio Toni D’Angelo.
Nella sezione Orizzonti, spazio a due giovani registe già affermate nei festival internazionali: Carolina Cavalli con Il rapimento di Arabella, che vede nel cast Benedetta Porcaroli e Chris Pine, e Laura Samani con Un anno di scuola.
Le serie italiane selezionate sono ben tre su quattro: Portobello di Marco Bellocchio (di cui saranno mostrati i primi due episodi), Il Mostro di Stefano Sollima, ispirata ai primi sviluppi del caso del mostro di Firenze, e Un Prophète di Enrico Maria Artale, liberamente tratta dal film di Jacques Audiard.
Infine, nella nuova sezione Venice Spotlight, farà il suo debutto Ammazzare stanca di Daniele Vicari, con Gabriel Montesi, Vinicio Marchioni e Selene Caramazza. Il film prende spunto dalla vera storia di Antonio Zagari, figlio di un boss della ‘ndrangheta che ha scelto di ribellarsi. E se qualcuno chiede spiegazioni sugli esclusi – come, ad esempio, il nuovo lavoro di Paolo Virzì – Barbera risponde con diplomazia ma decisione: “Abbiamo ricevuto oltre 4.500 film, di cui più di 170 italiani. Raccontare ogni rinuncia sarebbe impossibile. Meglio concentrarsi su chi c’è”.