Cinema: persiste il gender gap dietro la macchina da presa
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Cinema: persiste il gender gap dietro la macchina da presa

Nonostante i progressi, la disparità di genere nel cinema italiano rimane marcata, con ruoli chiave ancora a prevalenza maschile.

Cinema: persiste il gender gap dietro la macchina da presa
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2 Settembre 2025 - 18.46 Culture


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I dati del quinto rapporto sul Gender balance in Italian Film Crews dell’Alta Scuola in Media, comunicazione e spettacolo dell’Università Cattolica, presentati durante la Mostra del cinema di Venezia, confermano un quadro in chiaroscuro per il 2024. Sebbene ci siano segnali di miglioramento, la strada verso una piena parità di genere nel settore cinematografico italiano è ancora lunga, specialmente a seguito del rallentamento produttivo causato dalla sospensione del tax credit.

Su undici professioni analizzate, otto sono ancora saldamente in mano agli uomini. In alcuni ambiti tecnici e creativi, la presenza maschile è schiacciante: la direzione della fotografia è affidata a uomini nell’87% dei casi, la direzione delle musiche nel 90% e quella del suono nel 92%. Anche la regia, pur registrando un aumento costante di donne, vede ancora l’80% dei lungometraggi diretti da uomini.

Le donne, invece, sono maggiormente rappresentate in ruoli tradizionalmente associati al femminile, come i costumi (78%), il trucco (69%) e la scenografia (57%). Un altro elemento di disparità è economico: i film diretti da donne hanno spesso budget più bassi, con il 27% delle produzioni femminili che si attesta sotto i 200mila euro. Tuttavia, un dato incoraggiante è che il costo medio di questi film è cresciuto più rapidamente rispetto a quello dei lavori firmati da registi uomini negli ultimi otto anni.

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Il rapporto evidenzia come la regia femminile si concentri ancora molto sui documentari, ma tra il 2017 e il 2024 si è assistito a un notevole aumento delle fiction dirette da donne. Questo suggerisce un’apertura verso generi narrativi più ampi, cruciale per la crescita professionale e la visibilità delle registe. Al di là dei numeri, la questione del gender gap nel cinema non riguarda solo le statistiche. Un altro studio del Lab Femmes de Cinéma ha posizionato l’Italia tra i Paesi con il minor numero di registe donne, sottolineando che la disparità di genere non è solo una questione di opportunità, ma anche un problema di rappresentazione e di narrazione.

L’Università Cattolica, insieme a enti come la Lombardia Film Commission, sta lavorando per costruire un futuro più inclusivo per il cinema italiano. L’obiettivo è formare una nuova generazione di talenti che possa superare gli stereotipi e le barriere, valorizzando la diversità come una risorsa creativa. Questo impegno a livello formativo e istituzionale sarà fondamentale per un cambiamento che non si limiterà solo a statistiche positive, ma che arricchirà l’intera industria cinematografica con nuove voci e prospettive.

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