«Ciò che sta accadendo a Gaza è orrendo. Questa guerra è moralmente, politicamente e giuridicamente intollerabile». Con parole durissime il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, ha denunciato ancora una volta la catastrofe in corso nella Striscia.
Dal Palazzo di Vetro, Guterres ha definito la situazione un crimine contro ogni principio di umanità e si è detto disponibile a incontrare la prossima settimana il premier israeliano Benjamin Netanyahu e il presidente statunitense Donald Trump, nel tentativo – sempre più disperato – di trovare una via d’uscita al massacro.
Mentre il numero delle vittime civili continua a crescere e interi quartieri vengono cancellati dalle bombe, l’esercito israeliano ha fornito per la prima volta un calendario delle proprie operazioni a Gaza City: «L’offensiva durerà diversi mesi», ha dichiarato il portavoce delle Forze di difesa, generale Effie Defrin.
Secondo Defrin, ci vorrà tempo per “mettere in sicurezza i centri nevralgici della città” e ulteriori mesi per “ripulire” le aree urbane dalle infrastrutture di Hamas. Un linguaggio che conferma la volontà di Israele di portare avanti una guerra totale contro la più popolosa città della Striscia, trasformandola in un campo di rovine.
Nel frattempo, un funzionario israeliano ha stimato che almeno 320.000 palestinesi abbiano già abbandonato Gaza City, costretti a un esodo di massa che non accenna a fermarsi.
Il quadro che emerge è quello denunciato dalle Nazioni Unite: un conflitto che viola il diritto internazionale, piega ogni norma di proporzionalità militare e travolge una popolazione civile intrappolata sotto le bombe.
