Monica Minardi di Medici senza frontiere Italia a “Sos Palestina!”: “Non rassegniamoci al genocidio di Gaza”
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Monica Minardi di Medici senza frontiere Italia a “Sos Palestina!”: “Non rassegniamoci al genocidio di Gaza”

La presidente del ramo italiano dell’organizzazione umanitaria: “Se ci rassegniamo all’impunità totale di chi viola le leggi umanitarie, violiamo i nostri stessi valori”

Monica Minardi di Medici senza frontiere Italia a “Sos Palestina!”: “Non rassegniamoci al genocidio di Gaza”
Monica Minardi presidente di Medici senza frontiere Italia a “Sos Palestina!” all’Anfiteatro delle Cascine di Firenze. Foto Stefano Miliani
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21 Settembre 2025 - 19.54 Giornale dello Spettacolo


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Specializzata in medicina di emergenza, dall’aprile 2022 Monica Minardi è presidente di Medici senza frontiere Italia. Giovedì 18 settembre ha seguito di persona il concerto collettivo “Sos Palestina!”, all’Anfiteatro delle Cascine di Firenze, concepito da Piero Pelù per sostenere con i fondi raccolti l’organizzazione impegnata in più fronti bellici e, in primo luogo, tra le bombe e i carri armati dell’esercito israeliano nella Striscia palestinese.
Premette: “Medici senza frontiere è presente a Gaza dal 1989 e ci teniamo a dire che la tragedia non inizia dal 7 ottobre 2023, è una storia che avuto una recrudescenza in precedenza. Noi operiamo in diversi centri di salute e ospedali che poi, per via della crisi umanitaria, abbiamo dovuto ridimensionare: la situazione si ridefinisce in ogni momento”.

Dottoressa, qual è l’importanza di iniziative come queste?
Riguardo all’importanza di iniziative di questo tipo diciamo sempre che i medici non possono fermare il genocidio, ma i governi sì e i governi dovrebbero ascoltare la volontà delle persone. È un atto di prossimità e vicinanza nei confronti dei nostri operatori a Gaza City e in Cisgiordania e verso la popolazione: sentono questa vicinanza. Siamo in contatto quotidiano e ci dicono ‘Lo sappiamo che ci state sostenendo ma i governi non prendono le decisioni necessarie’. Iniziative come “Sos Palestina!” organizzata da Piero Pelù sono fondamentali perché amplificano la voce delle persone, dei nostri colleghi, della popolazione palestinese che, in questo momento, non vuole essere ascoltata dai governi.

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Un momento di “Sos Palestina!” all’Anfiteatro delle Cascine di Firenze. Foto ufficio stampa

Tranne la Spagna e pochi altri i nostri governi non stanno facendo nulla al di là delle chiacchiere. Pensando anche a un concerto benefico di mercoledì 17 tenuto a Wembley a Londra e curato anche da Brian Eno in Gran Bretagna, la musica può forse arrivare dove i proclami non possono arrivare?
Amo la musica e sono incline a questa idea. È importante che ognuno di noi nel proprio ambito dia il massimo perché non vengano passate sotto silenzio catastrofi come questo genocidio. La musica ha un ruolo molto importante per far sentire la prossimità con la popolazione palestinese e far sentire a chi ci governa la rabbia, l’urlo delle persone: non possiamo rassegnarci, è fondamentale.

Secondo intellettuali come Tomaso Montanari e Massimo Cacciari questa carneficina è una vergogna della civiltà occidentale e peserà anche in futuro. Cosa ne pensa?
Qui rispondo a titolo personale. Noi europei ci vantiamo dei nostri valori. Ecco, se vengono valorizzati e valorizzarli vuol dire metterli in pratica. Il concetto di umanità, il diritto alle cure, a un posto sicuro, sono concetti alla base della nostra umanità e vanno difesi a tutti i modi non perché scritti su un pezzo di carta ma perché viviamo ogni giorno nel sentirsi parte di una umanità condivisa con le altre persone. Se ci rassegniamo all’impunità totale di governi, persone e gruppi che in modo plateale violano secondo dopo secondo le leggi internazionali umanitarie, vuol dire che noi stessi violiamo il nostro credere di essere parte di questa umanità, violiamo i nostri stessi valori.

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