Flotilla sotto attacco, la Colombia prova a scavalcare il veto USA
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Flotilla sotto attacco, la Colombia prova a scavalcare il veto USA

Dopo gli eventi di stanotte al via il "Blocchiamo tutto". Maria Elena Delia: "quello che sta accadendo è nella totale illegalità, a rischio la vita delle persone”.

Flotilla sotto attacco, la Colombia prova a scavalcare il veto USA
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24 Settembre 2025 - 11.05 Culture


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di Arianna Scarselli

Nella notte la missione umanitaria della Flotilla è stata colpita da undici attacchi mirati in acque internazionali, che hanno danneggiato alcune imbarcazioni e messo in pericolo la vita dei passeggeri. “La barca Zefiro è stata colpita e danneggiata – spiega la portavoce italiana Maria Elena Delia – è stato distrutto un sostegno dell’albero”. Al momento, aggiunge, “siamo in acque internazionali vicino alla Grecia. Quello che sta accadendo è nella totale illegalità”. Gli aggressori hanno utilizzato bombe sonore e sostanze chimiche, causando danni alle imbarcazioni e generando terrore a bordo.

In risposta agli eventi di stanotte, a Roma, stamattina è iniziata la prima occupazione di una scuola, al liceo Rossellini. “Blocchiamo tutto per la Flotilla”, questo l’appello di OSA (Opposizione Studentesca d’Alternativa), “Occupiamo la nostra scuola, – spiegano i ragazzi – come momento di opposizione al nostro governo, un governo complice di  questo genocidio, che continua imperterrito a finanziare accordi, le  nostre scuole non devono e non possono essere luoghi neutrali della società. Davanti al genocidio del popolo palestinese, all’escalation militare e bellica, alla complicità del  nostro governo, degli Stati Uniti e dell’Unione Europea non possiamo  restare in silenzio. Lo Stato genocida di Israele rappresenta un pericolo per tutta l’umanità, da più di 77 anni porta avanti il progetto coloniale sionista, un piano di pulizia etnica occupando le terre dei  palestinesi che continuano la strenua resistenza contro il mostro  sionista. Sappiamo di essere dalla parte giusta della storia, come  studenti da due anni continuiamo a mobilitarci nelle scuole, nelle  piazze e nelle università solidali con il popolo Palestinese. Le nostre scuole devono essere un punto di riferimento per chiunque voglia mobilitarsi contro il genocidio”. 

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In una nota del ministero degli Esteri sulla situazione delle persone a bordo della Flotilla si legge che “A favore della loro incolumità, la Farnesina aveva fatto già segnalazioni alle autorità di Israele affinché qualsiasi operazione che possa essere affidata alle forze amate di Gerusalemme sia condotta rispettando il  diritto internazionale e un principio di assoluta cautela. Il ministro Tajani – adesso a New York per l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite – ha chiesto all’ambasciata a Tel Aviv di assumere informazioni e  di rinnovare la richiesta già fatta al Governo di Gerusalemme di  garantire la assoluta tutela del personale imbarcato”. 

Dopo gli attacchi di stanotte alla Flotilla, la Colombia in assemblea alle Nazioni Unite ha parlato di una risoluzione per portare fine al genocidio, un’azione collettiva di tutto il Mondo sotto la supervisione dell’ONU. 

L’obbiettivo sarebbe la protezione del popolo palestinese, l’apertura di corridoi umanitari e il sanzionamento di Israele. La Colombia si è infatti appellata alla risoluzione “UNITING FOR PEACE” o R 377 A, una risoluzione istituita negli anni ‘50 (e attuata 13 volte da allora ad oggi) con lo scopo di dare la possibilità all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite di agire in caso di minaccia alla pace, violazione della pace o atto di violenza e una contemporanea situazione di stallo al Consiglio di Sicurezza a causa del veto di uno o più dei membri permanenti. La 377 A si pone come scappatoia al mancato intervento del Consiglio di Sicurezza, come è stato in questi due anni (ma anche in passato) a causa del veto imperterrito degli USA.  Per approvare una risoluzione deve votare a favore una maggioranza di 2/3 dell’Assemblea.
Una previsione di come potrebbe essere strutturata la risoluzione pensata dalla Colombia è stata redatta dall’ex direttore dell’Ufficio di New York dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Diritti Umani, Craig Mokhiber e la sintesi è stata pubblicata sulla pagina Instagram della @globalsumudflotilla 

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Nonostante gli appelli e le pressioni diplomatiche, Israele continua a mostrare scarso interesse per il rispetto del diritto internazionale. Fino a quando alle dichiarazioni non seguiranno azioni concrete, il pericolo per la Flotilla e per la popolazione palestinese resterà immutato, alimentando il rischio di nuove tragedie e consolidando l’urgenza di un intervento internazionale reale ed efficace.

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