Secondo il portale sulle demolizioni e gli sfollamenti dell’OCHA (Ufficio delle Nazioni Unite per il Coordinamento degli Affari Umanitari), prosegue senza sosta una vasta campagna di demolizioni che colpisce le strutture di proprietà palestinese nella Cisgiordania occupata.
Dal 2009, migliaia di edifici — tra cui abitazioni, rifugi per il bestiame, serbatoi d’acqua e costruzioni finanziate da donatori internazionali — sono stati demoliti o confiscati dalle autorità israeliane, alimentando gli sfollamenti e creando un ambiente di forte coercizione, ha denunciato l’OCHA.
Secondo i dati, solo nel 2025 sono state demolite almeno 1.434 strutture, con oltre 1.800 persone costrette a lasciare le proprie case.
Gran parte delle demolizioni avviene in aree dove i palestinesi incontrano ostacoli quasi insormontabili nell’ottenere permessi edilizi israeliani, in particolare nell’Area C e a Gerusalemme Est occupata. L’OCHA afferma che questo schema di demolizioni limita di fatto lo sviluppo e la crescita demografica palestinese in queste zone.