Veio svela i suoi segreti: esplorati i misteriosi cunicoli dell’antica città etrusca
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Veio svela i suoi segreti: esplorati i misteriosi cunicoli dell’antica città etrusca

Grazie a delle tecnologie avanzate è stato rivelato ciò che per secoli è rimasto invisibile

Veio svela i suoi segreti: esplorati i misteriosi cunicoli dell’antica città etrusca
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16 Novembre 2025 - 17.17 Culture


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Il Parco archeologico di Veio torna protagonista con una fase completamente nuova di ricerche, avviata grazie alla collaborazione tra il Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, la Direzione Generale Musei e la cattedra di Etruscologia dell’Università “La Sapienza” di Roma.

Stavolta, l’attenzione si è concentrata sul Santuario del Portonaccio, uno dei complessi sacri più importanti dell’Etruria, luogo emblematico per storia, architettura e continuità rituale.

La nuova campagna di ricerche sta unendo l’approccio scientifico tradizionale con delle tecnologie d’avanguardia, in una fusione che ha l’obiettivo di ampliare in modo significativo la conoscenza dell’antica città di Veio, delle sue infrastrutture e dei suoi spazi sacri.

Un lavoro enorme che ha portato i suoi frutti, con il risultato più sorprendente di questa nuova stagione di ricerche che riguarda il ritrovamento della prima mappatura integrale dei cunicoli sotterranei della città etrusca di Veio: un sistema complesso e articolato, finora noto solo in parte, che corre sotto il pianoro urbano e l’area del santuario.

Entrando più nel dettaglio, le esplorazioni hanno documentato la presenza di gallerie, canali artificiali, strutture idrauliche, cisterne, pozzi verticali e passaggi tecnici. Elementi che testimoniano una capacità ingegneristica avanzata e un uso del sottosuolo funzionale sia alla vita quotidiana che al controllo delle acque.

La mappatura non si limita dunque a restituire percorsi sotterranei: ricostruisce l’organizzazione idraulica e rituale dell’antica città, offrendo nuove chiavi di lettura sulla gestione dell’acqua, elemento centrale della religione e dell’economia etrusca.

Per raggiungere gli ambienti più stretti e pericolosi, spesso inaccessibili all’uomo, i ricercatori hanno impiegato dei rover (che utilizzano un sistema di sospensioni ispirato al modello “rocker-bogie” sviluppato per i celebri rover marziani della NASA) dotati di strumenti avanzati di navigazione e acquisizione dati, derivati da soluzioni utilizzate in ambito aerospaziale.

Tra questi spicca “Magellano”, un veicolo pensato per l’esplorazione autonoma di ambienti critici. Grazie alla trasmissione continua di immagini e dati tramite ponti radio, il “mezzo” ha così fornito una registrazione millimetrica dei cunicoli senza rischi per gli operatori, con un metodo non invasivo che ha aperto la strada a una conoscenza del sito mai raggiunta prima.

Un ulteriore fronte di studio riguarda la mappatura delle strutture idrauliche che collegano il pianoro dei Campetti, la terrazza del Santuario del Portonaccio e la valle di Cannetaccio.

Tra gli elementi emersi, particolare rilievo assume la grande piscina sacra, situata accanto al tempio di Apollo. Questa vasca monumentale, utilizzata nei rituali etruschi e poi riadattata in epoca romana dopo la conquista di Veio nel 396 a.C., rappresenta un punto chiave per comprendere la funzione religiosa dell’area e la centralità dell’acqua nei culti praticati.

A margine di queste nuove ricerche che hanno portato alla “luce” oggetti di importanza capitale, Luana Toniolo, direttrice del Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, si è così espressa: “Ormai da un anno il Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia gestisce l’area sacra di Portonaccio a Veio. Abbiamo da subito avviato progetti di valorizzazione e fruizione del Parco, ma soprattutto, in collaborazione con l’Università La Sapienza e grazie al contributo della Direzione Generale Musei, abbiamo ripreso le indagini nell’area: scavi archeologici, ma anche ricerche che impiegano strumenti e metodologie completamente innovative come nell’importantissima e del tutto inedita mappatura dei cunicoli della città”.

Invece, Massimo Osanna, Direttore generale Musei, ha sottolineato: Tornare a indagare il santuario del Portonaccio con tecnologie d’avanguardia significa ampliare la conoscenza di uno dei luoghi più significativi dell’Etruria. La mappatura dei cunicoli dimostra il valore della collaborazione tra musei, università e centri di ricerca”.

Le prossime tappe prevedono ulteriori scavi e, compatibilmente con le condizioni di sicurezza, l’apertura al pubblico dei nuovi percorsi sotterranei. Nel frattempo, la comunità scientifica segue Veio come un laboratorio a cielo aperto – o meglio, sotto terra – dove la storia continua a emergere, strato dopo strato.

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