Gibellina prima Capitale Italiana dell’Arte contemporanea con il motto di “Portami il futuro”.
Grande emozioni per il comune in provincia di Trapani, con il programma, curato dal direttore artistico Andrea Cusumano, presentato pochi giorni fa al Ministero della Cultura.
L’inaugurazione dell’anno da centro artistico italiano avverrà il 15 gennaio, in concomitanza con il terremoto che nel 1968 distrusse diversi paesi della valle del Belìce, tra i quali soprattutto Gibellina vecchia, sopra la quale sorge oggi il Cretto di Burri, opera complessa ma dall’importanza storica incalcolabile, rappresentando uno degli esempi di land art più grandi d’Europa.
Lo stesso Cusumano ha spiegato: “Abbiamo scelto questa data per riaffidare ancora una volta alla memoria il compito di guidare la rinascita”.
Rinascita che deve molti dei meriti a Ludovico Corrao, capace di dare il via ad un processo di rigenerazione culturale e artistica.
Queste invece le parole del sindaco di Gibellina, Salvatore Sutera: “Ci siamo concentrati sul futuro, consapevoli del passato, con tre direttrici: organizzazione interna, comunità e territorio e rete delle istituzioni”.
Diverse le attività previste, tra mostre, laboratori, podcast, percorsi partecipativi, residenze artistiche, programmi legati all’arte, al cinema e a molto altro ancora.
Tecnologia e arte unite con le video-installazioni di Masbedo e di Adrian Paci che troveranno posto nello spazio scultoreo del Teatro di Pietro Consagra, ma anche con un incredibile dialogo tra le opere di Carla Accardi, Letizia Battaglia, Renata Boero, Isabella Ducrot e Nanda Vigo.
La collezione Galvagno proporrà un focus su artisti siciliani già affermati, mentre successivamente verrà installata una grande mostra sul Mediterraneo. Nell’arco dell’annata verranno presentati i lavori dei prìsenti (drappi processionali realizzati da grandi artisti, tra cui Pietro Consagra, Alighiero Boetti e Giulio Turcato) e di Philippe Berson, artista parigino ma siciliano acquisito.
Le residenze artistiche, avranno come tematica quella di “costruire arte e costruire comunità”. Tra l’ex chiesa di Gesù e Maria, e la sede della Fondazione Orestiadi, si troveranno tra gli altri, i lavori di Lucia Veronesi, Flavio Favelli, Sisley Xhafa, Giorgio Andreotta Calò, Pietro Fortuna, Jonida Xherri, Khaled Ben Slimane, Sonia Besada, Lucio La Pietra e Igor Grubic.
Saranno disponibile pratiche partecipative, organizzate e rese possibili da il collettivo Stalker, Francesco Lauretta, Luigi Presicce, Virgilio Sieni, le performance dello Zoukak Theatre, Alberto Nicolino e il simposio di arti Diwan.
Il programma di teatro e performance artistiche, cinema e musica, avrà tra i protagonisti Regina José Galindo, Roberto Andò, Mimmo Paladino ed Emilio Isgrò, e includerà pure interventi del collettivo Shaken Grounds – Sismography of Precarious Presences e rassegne dal Festival delle Orestiadi a Bam – Biennale Arcipelago Mediterraneo.
Spiccano anche i laboratori di ricamo Artensis che puntano ad unire artisti contemporanei e artigiane locali, come Loredana Longo e Maria Mercante.