Emergency dà voce a chi chiede la pace con il film "Irresponsabili"

Attraverso un monologo di Elio Germano, l’organizzazione Emergency ribalta gli insulti della critica per invitare i cittadini all’azione collettiva e celebrare il risveglio delle coscienze.

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30 Dicembre 2025 - 23.04 Culture


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In un clima sociale dove partecipare alle mobilitazioni per la pace e i diritti è diventato spesso bersaglio di critiche feroci, etichettando migliaia di cittadini come lavativi o irresponsabili, Emergency sceglie di inaugurare il 2026 con un gesto di profonda rottura culturale. Il nuovo film dell’organizzazione, intitolato proprio Irresponsabili e nato dalla collaborazione con Ogilvy, ribalta radicalmente la prospettiva di chi usa il disprezzo per silenziare il dissenso. In questa narrazione, le parole dell’opinione pubblica più ostile vengono smontate e risignificate, diventando un elogio a chi sceglie di non restare a guardare mentre il mondo brucia.

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Il cuore pulsante dell’opera è un monologo intenso affidato alla voce di Elio Germano, che guida lo spettatore in una reinterpretazione semantica carica di coraggio. Secondo questa nuova lettura, gli irresponsabili sono definiti come “coloro che non hanno responsabilità” del conflitto, ma che rifiutano di “voltare lo sguardo” altrove. In questo modo, il provocatore cessa di essere un elemento di disturbo per diventare colui che “provoca domande, sdegno, cambiamento”, così come l’estremista si trasforma in chi riconosce un “bisogno estremo di pace“. Non importa la natura del pregiudizio o dell’attacco: l’obiettivo è dare forza a una voce collettiva che non accetta di essere spenta dal rumore delle bombe o dall’indifferenza.

L’estetica del film punta su un montaggio essenziale che predilige la potenza della realtà alla finzione scenica. Il video mostra spazi della vita quotidiana, dalle aule scolastiche alle officine fino agli uffici, che appaiono improvvisamente deserti. Quei vuoti rappresentano il momento esatto in cui la coscienza individuale si è risvegliata per riversarsi nelle piazze, un fenomeno globale che ha unito persone di ogni nazione in una richiesta corale di umanità. Questa assenza dai luoghi di produzione e studio sottolinea che la vera responsabilità civile non risiede nell’obbedienza cieca, ma nella capacità di fermarsi per reclamare un futuro diverso.

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Il messaggio si ricollega profondamente all’eredità spirituale di Gino Strada, il quale sosteneva che “non è mai troppo tardi per far sentire la nostra voce di cittadini del mondo”. Distribuito a livello internazionale sui social e trasmesso in televisione dal 28 dicembre, il film si configura come un augurio politico e umano per l’anno appena iniziato. È un invito esplicito a non subire passivamente le guerre, siano esse vicine o lontane, ma a esercitare il diritto di cittadinanza mondiale per tracciare un percorso alternativo, basato sulla solidarietà e sul rifiuto della violenza come strumento di risoluzione dei conflitti.

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