Frank Sinatra: le notti magiche in cui fu creata "My Way"

Il capolavoro inciso la notte del 30 dicembre del ’68 divenne subito uno dei dischi più venduti, ma la musica e il testo furono scritti per lui, in una notte, da Paul Anka. Diventerà una sorta di doppia pelle del cantante italo-americano

Frank Sinatra: le notti magiche in cui fu creata "My Way"
My Way
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30 Dicembre 2025 - 13.19 Culture


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Di Manuela Ballo

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Sono più d’una le notti magiche che portarono al successo uno dei brani musicali più conosciuti d’ogni tempo, “My Way”.  La prima notte fu quella in cui Frank Sinatra la registrò: era il  30 dicembre del 1968, in una sola ripresa, con la partecipazione del batterista Buddy Saltzman. Fu pubblicata come singolo subito, all’inizio del ’69, raggiungendo immediatamente la vetta dei dischi più venduti sia negli Stati Uniti sia in Europa. Nel Regno Unito il singolo raggiunse un record ancora ineguagliato, diventando il disco con il maggior numero di settimane nella top 40, trascorrendone 75 da aprile 1969 a settembre 1971. La canzone che è diventata una sorta di marchio del cantante italo-americano, ha avuto una lunga gestazione passando tra le mani degli artisti più famosi degli anni Sessanta.

La seconda notte decisiva fu quella in cui Paul Anka la scrisse proprio per Frank Sinatra.  Il cantante già famoso – aveva ormai reso noto al mondo il suo “Diana”-  si era innamorato durante un suo viaggio in Francia della ballata, “For me”, scritta nel 1967 da Jacques Revaux. Quel brano non aveva ricevuto la giusta attenzione da parte di alcune cantanti famose del tempo come Petula Clark e Dalida. Comprati i diritti,  decise di riscriverla proprio per donarla a Frank Sinatra. Pochi ritocchi alla struttura melodica del brano, ma cambiato interamente il testo e trasformata da canzone di un amore finito ad una sorta di inno della nuova generazione americana, quella dell’individualismo esasperato.

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Una notte, come racconta lo stesso Paul Anka,  si sedette davanti a una vecchia macchina da scrivere e disse: “Se Frank stesse scrivendo questo, cosa direbbe?”. E iniziò a  scrivere un testo che esaltasse il fatto che erano la “generazione dell’io” e che Frank era la persona giusta per dirlo. Paul Anka, come narrano le cronache,  finì la canzone alle 5 del mattino e chiamò subito Frank Sinatra al telefono dicendogli: “Ho qualcosa di veramente speciale per te”. E alla sua casa discografica incavolata perché non aveva tenuto la canzone per sé,  lo stesso Paul Anka rispose che lui era stata la persona giusta per scriverla, ma che a cantarla non poteva che essere Frank. E  nessun altro.

E’ questa la travagliata genesi della canzone che da allora è arrivata anche alla generazione d’oggi. Il grande successo lo si deve sia alla gran voce dell’interprete  sia all’arrangiamento e alla produzione trascinanti, lussureggianti e commerciali di Don Costa.  Eppure questa canzone simbolo, questo successo memorabile , una specie di doppia pelle, finì per esser quasi odiata dal suo grande interprete. Almeno a sentire sua figlia Tina che qualche decennio dopo ebbe a dire: ”Non gli piaceva. Quella canzone gli è rimasta impressa e non riusciva a togliersela dalla scarpa. Ha sempre pensato che quella canzone fosse egoistica e auto-indulgente”. Nel frattempo quel brano era stato inserito nella “Grammy Hall of Fame”

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