Il Papa dice ai vescovi che lui è dalla parte del popolo ucraino
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Il Papa dice ai vescovi che lui è dalla parte del popolo ucraino

Durante l'incontro con gli esponenti della Chiesa greco-cattolica il Papa ha espresso il suo dolore per il fatto che ci fossero dubbi sulla sua posizione e ha assicurato la sua solidarietà al popolo ucraino.

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6 Settembre 2023 - 12.34


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L’incontro del Papa con i Vescovi del Sinodo della Chiesa Greco-Cattolica Ucraina è avvenuto stamani prima dell’udienza generale ed è stato un momento di chiarimento dopo le polemiche sollevate dalle sue parole rivolte ai giovani russi sulla ‘Grande Russia’. Queste parole avevano suscitato accuse da parte di Kiev, sostenendo che il Papa favorisse la “propaganda imperialista”. Durante l’incontro, il Papa ha espresso il suo dolore per il fatto che ci fossero dubbi sulla sua posizione e ha assicurato la sua solidarietà al popolo ucraino.

Il segretariato dell’arcivescovo maggiore Shevchuk ha riportato le parole del Papa, affermando che il Papa ha detto: “Il fatto che abbiate dubitato con chi sia il Papa è stato particolarmente doloroso per il popolo ucraino. Voglio assicurarvi della mia solidarietà con voi e di una costante vicinanza orante. Io sono con il popolo ucraino.”

«In una conversazione franca – riferisce ancora la nota – i vescovi dell’Ugcc hanno espresso il dolore, la sofferenza e una certa delusione del popolo ucraino». Per Shevchuk “questo incontro è stato un momento di ascolto reciproco e un’opportunità di dialogo franco e sincero”.

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«I vescovi dell’Ugcc hanno chiesto a papa Francesco di aprire l’incontro con una preghiera comune per una pace giusta in Ucraina e per tutti coloro ‘che stanno morendo in questo momento nel nostro Paese per mano dell’aggressore russo’. Il Santo Padre ha ringraziato per l’iniziativa e, insieme ai vescovi ucraini, ha recitato la preghiera del “Padre nostro” per l’Ucraina e il suo popolo sofferente”, riferisce ancora la nota.

Nel colloquio con il Santo Padre abbiamo espresso al Papa tutto ciò che i nostri fedeli in Ucraina e nel mondo ci hanno affidato di trasmettere a Sua Santità“, ha sottolineato Shevcuck. I vescovi hanno affermato che alcune dichiarazioni e gesti “della Santa Sede e di Vostra Santità sono dolorosi e difficili per il popolo ucraino, che attualmente sanguina nella lotta per la propria dignità e indipendenza”.

“Le incomprensioni sorte tra Ucraina e Vaticano dall’inizio della guerra su vasta scala -hanno spiegato i vescovi- vengono utilizzate dalla propaganda russa per giustificare e sostenere l’ideologia omicida del «Mondo russo», quindi «i fedeli della nostra Chiesa sono sensibile ad ogni parola di Vostra Santità come voce universale di verità e di giustizia».

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Riferendosi alle proprie parole e ai paragoni che aveva rivolto, in particolare, ai giovani russi, il Pontefice, come riporta la nota, ha ribadito: «Di ritorno dalla Mongolia, ho affermato che il vero dolore è quando il patrimonio culturale di un popolo subisce una «diluizione» ed è sottoposto alle manipolazioni da parte di un certo potere statale, a seguito delle quali esso si trasforma in un’ideologia che distrugge e uccide. È una grande tragedia quando tale ideologia si intromette nella Chiesa e sostituisce il Vangelo di Cristo”.

Come gesto speciale e simbolo di vicinanza al popolo ucraino, Papa Francesco ha portato con sé un’icona della Theotokos (Madre di Dio), che ha mostrato ai vescovi dell’Ugcc: «Questa icona mi è stata donata da Sua Beatitudine Sviatoslav quando era un giovane vescovo in Argentina. Prego ogni giorno davanti a lei per l’Ucraina

I vescovi hanno anche ringraziato Papa Francesco “per il suo costante sostegno all’Ucraina a livello internazionale, le sue azioni umanitarie, i suoi sforzi personali per liberare i prigionieri, la missione di pace dell’inviato speciale papale, il cardinale Matteo Zuppi”.

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«I giovani ucraini sono stati sinceramente commossi dalla umiltà delle tue parole nel chiedere perdono per il fatto che non era possibile fare di più per porre fine alla guerra in Ucraina», ha detto Shevchuk. I Padri sinodali hanno chiesto al Papa “di continuare i suoi sforzi per la liberazione dei prigionieri di guerra, in particolare hanno menzionato i sacerdoti redentoristi, padre Ivan Levytskyi e padre Bohdan Haleta, che sono ancora prigionieri in Russia”.

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