Migranti, un mondo di bambini a rischio: l'allarme dell'Unicef
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Migranti, un mondo di bambini a rischio: l'allarme dell'Unicef

Secondo il Child Alert dell'Unicef in America Latina e nei Caraibi i bambini stanno migrando in numeri recorde ora rappresentano la più alta percentuale di popolazione migrante rispetto ad altre regioni del mondo

Migranti, un mondo di bambini a rischio:  l'allarme dell'Unicef
Povertà e bambini
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Umberto De Giovannangeli Modifica articolo

8 Settembre 2023 - 14.14


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Non sono numeri. Sono vite spezzate sul nascere. Storie di un’infanzia violata, negata, cancellata.

Secondo il Child Alert dell’Unicef in America Latina e nei Caraibi i bambini stanno migrando in numeri recorde ora rappresentano la più alta percentuale di popolazione migrante rispetto ad altre regioni del mondo. In tutto il mondo, i bambini rappresentano il 13%della popolazione migrante, ma in questa regione, circa una persona su quattro in movimento (25%) è un bambino, in aumento rispetto al 19% del 2019. Questo dato è eguagliato solo dall’Africa subsahariana, dove i bambini rappresentano anch’essi il 25% della popolazione migrante. Sempre più spesso sono i bambini più piccoli a intraprendere questi viaggi pericolosi, con i minori di 11 anni che ora rappresentano fino al 91% di tutti i bambini in movimento in alcuni punti di transito chiave. Questa nuova realtà pone delle sfide alle politiche migratorie nazionali e alle risposte umanitarie nei Paesi di origine, transito e destinazione.

Un numero record di bambini in movimento

Un numero record di bambini si sta spostando attraversotre principali rotte migratorie in America Latina e nei Caraibi: attraverso la giungla del Darién tra la Colombia e Panama, la migrazione in uscita dal Sud America e nei punti chiave di transito nell’America centrale settentrionale e in Messico. La natura della migrazione in America Latina e nella regione dei Caraibi è cambiata radicalmente nell’ultimo decennio.

“La violenza delle gang, l’instabilità, la povertà e gli eventi legati al clima stanno colpendo in modo allarmante la regione e spingendo sempre più bambini ad abbandonare le loro case”, ha dichiarato il Direttore dell’Unicef per l’America Latina e i Caraibi, Garry Conille. “Sempre più bambini migrano, in età sempre più giovane, spesso da soli e provenienti da diversi Paesi d’origine, anche dall’Africa e dall’Asia. Quando attraversano diversi Paesi e talvolta l’intera regione, malattie e ferite, separazioni familiari e abusi possono turbare il loro viaggio e, anche se arrivano a destinazione, il loro futuro rimane spesso a rischio”.

Almeno29.000 bambini hanno compiuto la pericolosa traversata del Darién nel 2021. Si stima che 40.000 bambini abbiano affrontato la traversata nel 2022 e più di 60.000 bambini abbiano attraversato la giungla del Darién nei primi otto mesi del 2023, la metà dei quali di età inferiore ai 5 anni, rendendolo l’anno con il maggior numero di attraversamenti di bambini mai registrato. Nel frattempo, è aumentato anche il numero di bambini rifugiati e migranti fermati al confine meridionale degli Stati Uniti.

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Instabilità politica e calamità naturali le principali cause

La United States Customs and Border Protection(Cbp) ha registrato più di 149.000 attraversamenti di bambini nell’anno fiscale 2021 e più di 155.000 nell’anno fiscale 2022. Secondo la Cbp, nei primi sette mesi dell’anno fiscale 2023 sono entrati nel Paese più di 83.000 bambini. Queste tendenze trovano eco in altri flussi migratori minori in tutta la regione, poiché l’aumento della violenza, dell’instabilità e delle calamità legate al clima provoca un maggior numero di sfollamenti e migrazioni forzate.
Anche la percentuale di bambini che si spostano lungo le principali rotte migratorie in America Latina e nei Caraibi è salita a un livello record negli ultimi tre anni.
I rischi fisici lungo le rotte migratorie irregolari sono innumerevoli, soprattutto per i bambini. Oltre ai terreni pericolosi che attraversano – dalla giungla ai fiumi, dalle linee ferroviarie alle autostrade – i bambini possono anche incorrere in violenze, sfruttamento e abusi.

“Il momento migliore è stato lasciare la giungla, perché lì dentro è un incubo”, ha detto Angela*, una bambina di 8 anni che ha attraversato la giungla del Darién nel 2022. Durante il viaggio, Angela e sua sorella di 10 anni sono state separate dai genitori e hanno vagato per due giorni prima di essere riunite. La famiglia ha viaggiato per più di 40 giorni per raggiungere il Guatemala prima di proseguire verso la loro destinazione.

Un appello finanziato solo per il 20%

I flussi migratori misti in America Latina e nei Caraibi sono dinamici e spesso si intersecano; la maggior parte dei Paesi sono contemporaneamente punti di origine, transito, destinazione e ritorno. Ciò pone delle sfide e richiede un approccio integrato all’interno della regione per garantire la protezione dei bambini migranti e rifugiati e delle loro famiglie e per affrontare le cause profonde della migrazione forzata.
L’Unicef collabora con i partner e i governi lungo le rotte migratorie per fornire informazioni accurate al fine di promuovere una migrazione sicura, offrire assistenza salvavita e sostenere l’accesso dei bambini ai servizi essenziali. Questo include aiutare i Paesi a prevenire, individuare e salvaguardare i bambini dalla violenza e assistere i bambini e le famiglie che affrontano difficoltà e sfruttamento durante il loro viaggio migratorio.
L’Unicef ha lanciato un appello per 160,5 milioni di dollari per soddisfare i bisogni umanitari dei bambini rifugiati e migranti inBolivia, Brasile, Cile, Colombia, Repubblica Dominicana, Ecuador, Guyana, Perù, Trinidad e Tobago e Uruguay. Ad agosto 2023, l’Unicef ha ricevuto meno del 20% (circa 32,5 milioni di dollari) dei fondi necessari. L’Unicef chiede inoltre 142,31 milioni di dollari per i bambini e le famiglie sulla rotta migratoria attraverso l’America Centrale e il Messiconel 2023. Ad agosto, l’Unicef ha ricevuto solo il 26% di questi fondi tanto necessari.
“Le dimensioni senza precedenti della crisi migratoria dei bambini in America Latina e nei Caraibi richiedono urgentemente una risposta umanitaria più forte e l’espansione di percorsi migratori sicuri e regolari per i bambini e le famiglie, per aiutare a proteggere i loro diritti e il loro futuro, indipendentemente dalla loro provenienza”, ha dichiarato Conille.
L’Unicef continua a sollecitare gli Stati membri delle Nazioni Unite nella regione a garantire i diritti, la sicurezza e il benessere dei bambini migranti e rifugiati, anche:

  • Mobilitando un approccio regionale alla protezione internazionale e affrontando le cause alla radice della migrazione specificamente legate ai bambini, partendo dalla natura interconnessa dei movimenti migratori e delle risposte politiche nella regione.
  • Investendo nei Paesi d’origine per migliorare l’accesso ai servizi, prevenire e rispondere alla violenza, creare opportunità di istruzione e di sostentamento per i bambini, i giovani e le famiglie vulnerabili e sostenere i bambini che continuano a risiedere nel Paese d’origine mentre i genitori sono emigrati.
  • Ampliando i percorsi migratori sicuri e regolari per i bambini e le famiglie, compresi i meccanismi di ricongiungimento familiare, pur garantendo il diritto all’asilo territoriale. I bambini e le famiglie dovrebbero poter entrare nel territorio di uno Stato per richiedere asilo e potervi rimanere per tutta la durata della procedura di richiesta d’asilo.
  • Rafforzando i processi di frontiera e di accoglienza a misura di bambino, che siano guidati dalle autorità preposte alla protezione dei bambini nella fase più precoce possibile, che mettano in atto tutele specifiche per i bambini, che preservino l’unità familiare, anche per i bambini che viaggiano con persone che si prendono cura di loro non essendo genitori, e che garantiscano l’accesso ai servizi legali.
  • Investendo in sistemi nazionali di protezione dei bambini forti per salvaguardare tutti i bambini, compresi i bambini migranti e rifugiati, dallo sfruttamento e dalla violenza, garantendo il rispetto di procedure adeguate per determinare il loro interesse superiore e promuovendo un attraversamento sicuro delle frontiere”.
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Inghiottiti dal mare

Secondo l’Unicef, si stima che almeno 289 bambini sono morti o scomparsi quest’annocercando di attraversare la pericolosa rotta migratoria del Mediterraneo centrale dal Nord Africa all’Europa. Vale a dire circa 11 bambini morti o scomparsi ogni settimana in cerca di sicurezza, pace e migliori opportunità.
Dal 2018, l’Unicef stima che circa 1.500 bambini sono morti o dispersi mentre cercavano di attraversare il Mediterraneo centrale. Questo numero corrisponde a 1 su 5 delle 8.274 persone morte o disperse lungo la rotta, secondo i dati del Progetto Migranti Scomparsi dell’Oim.

Molti naufragi durante la traversata del Mediterraneo centrale non lasciano sopravvissuti o non vengono registrati, rendendo praticamente impossibile verificare il numero reale di bambini morti, probabilmente molto più alto. Negli ultimi mesi, bambini e neonati sono stati tra coloro che hanno perso la vita su questa rotta, su altre rotte attraverso il Mediterraneo e sulla rotta atlantica dall’Africa occidentale, comprese le recenti tragedie al largo delle coste della Grecia e delle isole Canarie spagnole.

“Nel tentativo di trovare sicurezza, ricongiungersi con la famiglia e cercare un futuro più speranzoso, troppi bambini si imbarcano sulle coste del Mediterraneo, perdendo poi la vita o risultando dispersi durante il viaggio”, ha dichiarato il Direttore Generale dell’UnicefCatherine Russell. “Questo è un chiaro segnale che bisogna fare di più per creare percorsi sicuri e legali per l’accesso dei bambini al diritto d’asilo, rafforzando al contempo le azioni per salvare vite in mare. In definitiva, bisogna fare molto di più per affrontare le cause alla radice che portano in primo luogo i bambini a rischiare la vita”.

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Una media di 428 bambini a settimana che arrivano sulle coste italiane

L’Unicef stima che 11.600 bambini – una media di 428 bambini a settimana – sono arrivati sulle coste dell’Italia dal Nord Africa da gennaio 2023. Questo dato rappresenta un aumento di due volterispetto allo stesso periodo nel 2022, nonostante i gravi rischi che corrono i bambini. La maggior parte dei bambini parte dalla Libia e dallaTunisia, dopo aver già affrontato viaggi pericolosi da paesi dell’Africa e del Medio Oriente.
Nei primi tre mesi del 2023, 3.300 bambini, il 71% di tutti i bambini arrivati in Europa tramite questa rotta – sono stati 

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