Menzogna, culto della personalità, divisione: perché le 'virtù' di Trump si addicono più a un Antipapa che al Papa
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Menzogna, culto della personalità, divisione: perché le 'virtù' di Trump si addicono più a un Antipapa che al Papa

Trump incarna molte delle caratteristiche che nei testi religiosi o simbolici si attribuiscono all’antipapa: menzogna ostinata, culto della personalità, vocazione alla scissione, e un’idea di autorità completamente sganciata da qualunque principio etico

Menzogna, culto della personalità, divisione: perché le 'virtù' di Trump si addicono più a un Antipapa che al Papa
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3 Maggio 2025 - 20.11


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Trump incarna molte delle caratteristiche che nei testi religiosi o simbolici si attribuiscono all’antipapa: menzogna ostinata, culto della personalità, vocazione alla scissione, e un’idea di autorità completamente sganciata da qualunque principio etico. Ora, non vogliamo scomodare il Concilio di Costanza, ma certi parallelismi cominciano a farsi imbarazzanti anche per un osservatore laico.

L’antipapa, per definizione, è colui che usurpa un’autorità morale e spirituale, spacciandosi per guida mentre smonta le fondamenta su cui quella guida si regge. Trump, con la consueta modestia, si è presentato come il salvatore dell’Occidente cristiano, mentre twittava insulti a chiunque non avesse giurato fedeltà personale a lui — anche Gesù, probabilmente, sarebbe stato accusato di brogli.

Se l’antipapa si afferma in un tempo di crisi, promettendo unità ma causando solo scismi, Trump ha colto in pieno il ruolo: ha fatto esplodere ogni equilibrio interno al suo partito, ha trasformato la politica in guerra santa, e ha persino convinto milioni di americani che il Papa (quello vero, stavolta) fosse troppo di sinistra. Un’eresia al contrario, verrebbe da dire.

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Quanto alla menzogna, se il diavolo è il padre, l’antipapa è quantomeno il figlioccio. Trump ha eretto un intero “magistero” personale basato su dichiarazioni prive di fondamento, alternate a mezze verità e deliri ben impacchettati. La verità, per lui, è negoziabile — soprattutto se interferisce con il copione.

Il culto della personalità è forse il tratto più spiccatamente “pontificio” della sua parabola. Raduni in stile evangelico, liturgie Maga, incensazioni reciproche tra lui e i suoi fedelissimi — il tutto senza bisogno del fumo bianco. Alcuni dei suoi sostenitori arrivano a trattarlo con la stessa devozione riservata a una reliquia medievale: unghie di santo e cravatte firmate, tutto fa brodo.

E naturalmente, come ogni buon antipapa, Trump governa con una dottrina parallela: una visione del potere in cui l’etica è un orpello per deboli. Le sue encicliche sono tweet; i sinodi, consigli di amministrazione; e la carità cristiana viene interpretata come agevolazione fiscale. Non proprio San Tommaso, diciamo.

La divisione è forse il vero sigillo della sua pseudo-papatura. Laddove un vero leader cerca di unire, l’antipapa spacca: amici contro amici, stati contro stati, istituzioni contro cittadini. Ha riportato in auge il linguaggio dello scisma, coniato nuovi eretici (i giornalisti, i giudici, chiunque conti i voti) e armato crociati digitali con meme e teorie del complotto.

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In fondo, la figura dell’antipapa è tragicamente comica: un uomo che si proclama guida morale mentre smonta, pezzo per pezzo, il significato stesso di guida e di morale. Trump, senza nemmeno bisogno di tiara, ha recitato questo ruolo alla perfezione. Mancavano solo le indulgenze plenarie via PayPal.

Naturalmente, non vogliamo dire che Donald Trump sia l’antipapa. Solo che, se lo fosse, non dovrebbe cambiare granché.

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