Nel suo primo discorso dopo l’inaugurazione ufficiale come capo della Chiesa cattolica, Papa Leone XIV ha lanciato un chiaro monito agli autocrati e ai responsabili di guerre e instabilità nel mondo. Durante la solenne messa in Piazza San Pietro, alla presenza di centinaia di migliaia di fedeli, decine di capi di Stato e membri della nobiltà europea, il nuovo pontefice ha affermato:
“Il mio ruolo è proteggere il gregge senza mai cedere alla tentazione di essere un autocrate che domina coloro che gli sono affidati.”
Leone XIV, primo Papa statunitense e anche cittadino peruviano, ha sottolineato che intende servire i fedeli attraverso le due dimensioni fondamentali del papato: l’amore e l’unità.
“Vorrei che il nostro primo grande desiderio fosse per una Chiesa unita, segno di comunione, capace di diventare lievito per un mondo riconciliato”, ha detto, evidenziando uno dei messaggi centrali della sua omelia, come confermato anche dalla traduzione ufficiale fornita dal Vaticano.
Ha poi messo in guardia contro l’isolamento e la frammentazione:
“Non dobbiamo chiuderci in piccoli gruppi. Siamo chiamati a offrire l’amore di Dio a tutti, per raggiungere un’unità che non annulli le differenze, ma che valorizzi la storia personale di ciascuno e la cultura sociale e religiosa di ogni popolo.”
Con parole ispirate al suo predecessore Leone XIII, il nuovo pontefice ha aggiunto:
“Fratelli e sorelle, questa è l’ora dell’amore. Il cuore del Vangelo è l’amore di Dio che ci rende fratelli. Se questo criterio prevalesse nel mondo, ogni conflitto cesserebbe e tornerebbe la pace.”
Una Chiesa missionaria con le braccia aperte
Il Pontefice ha evocato l’immagine di una Chiesa fondata sull’amore di Dio, “segno di unità per una Chiesa missionaria che apre le braccia al mondo”.
Padre Ed Tomlinson, parroco della chiesa anglicana di St Anselm a Tunbridge Wells, ha commentato:
“Questo è un uomo che vuole guarire la Chiesa e il mondo, consapevole che ciò può avvenire solo attraverso una testimonianza cristiana autentica, vissuta nella santità e nell’amore.”
Anche il professor Rocco D’Ambrosio della Pontificia Università Gregoriana ha definito l’omelia “toccante”, sottolineando come in poche parole abbia saputo toccare temi essenziali come amore, umiltà, unità e rispetto delle differenze.
Una cerimonia solenne per il primo Papa americano
Nato a Chicago 69 anni fa, missionario a lungo in Perù, Leone XIV è il primo Papa statunitense della storia e il primo ad avere anche la cittadinanza peruviana. È stato eletto l’8 maggio dopo un conclave durato appena 24 ore, succedendo a Papa Francesco, deceduto il 21 aprile dopo 12 anni di pontificato segnati da scontri con i tradizionalisti e un impegno costante a favore dei poveri e degli emarginati.
Alla cerimonia erano presenti circa 250.000 persone. Il Papa ha salutato la folla dal papamobile in Piazza San Pietro tra sventolii di bandiere americane, peruviane e vaticane, accompagnato dal suono delle campane della Basilica.
Alla messa di insediamento hanno partecipato anche figure di rilievo internazionale, tra cui il vicepresidente degli Stati Uniti JD Vance e il presidente ucraino Volodymyr Zelensky con la consorte Olena Zelenska. Dopo recenti tensioni, Vance e Zelensky si sono salutati cordialmente prima della celebrazione, aprendo spiragli a un possibile dialogo di pace a Roma.
Simboli del pontificato
Durante il rito, Leone XIV ha ricevuto il pallio — simbolo del legame con Cristo e con la missione pastorale — e l’anello del pescatore, che rappresenta la continuità con Pietro, apostolo e primo Papa, e l’impegno nella missione evangelizzatrice.
L’anello reca inciso l’immagine di Pietro con la rete, simbolo della Chiesa che unisce e annuncia il Vangelo. A consegnarlo è stato il cardinale filippino Luis Antonio Tagle, considerato tra i papabili del recente conclave.
Con questo gesto solenne, Leone XIV ha ufficialmente dato inizio a un nuovo capitolo della storia della Chiesa, all’insegna dell’autenticità, del dialogo e della speranza.