«L’amore del Cristo ci possiede, è un possesso che libera e che ci abilita a non possedere nessuno. Liberare, non possedere». Con queste parole, pronunciate da Papa Leone XIV durante l’omelia per l’ordinazione di undici nuovi sacerdoti della diocesi di Roma, il Pontefice ha toccato uno dei temi più centrali del suo magistero: la necessità di una Chiesa che si svincoli da ogni logica di dominio e torni ad annunciare il Vangelo nella libertà, accanto agli ultimi.
Un messaggio che trova un riflesso diretto anche con la presenza di una delegazione dell’Ong Mediterranea Saving Humans, insieme ad altri movimenti e associazioni laiche e cattoliche aderenti all’Arena di Pace. Presenti all’udienza anche gli attivisti di Refugees in Libya, impegnati da anni nel denunciare violenze e abusi nei centri di detenzione nordafricani.
«Soccorrere le persone, accoglierle e strapparle ai naufragi e ai respingimenti significa dare carne a quella fraternità che, come ha detto il papa, deve essere scoperta, amata, sperimentata, annunciata e testimoniata», ha dichiarato don Mattia Ferrari, cappellano di bordo di Mediterranea. «Grazie anche allo straordinario supporto di Papa Francesco, oggi abbiamo una nuova nave di soccorso. Con quella praticheremo nel concreto e non solo a parole ciò che ci ha detto Papa Leone, al quale va tutta la nostra gratitudine per averci, ancora una volta, mostrato una Chiesa attenta agli ultimi e a chi patisce l’ingiustizia e gli orrori di questo mondo».
Anche nel corso della messa per l’ordinazione sacerdotale, il pontefice ha rivolto parole forti e dirette all’intera classe clericale: «La trasparenza della vita. Vite conosciute, vite leggibili, vite credibili. Stiamo dentro il popolo di Dio, per potergli stare davanti, con una testimonianza credibile. Insieme ricostruiremo la credibilità di una Chiesa ferita, inviata a un’umanità ferita. Non siamo ancora perfetti, ma è necessario essere credibili».
A testimonianza della sua attenzione anche per le sfide ecclesiali a livello globale, Leone XIV ha rivolto un messaggio alla Conferenza episcopale francese, in cui ha esortato i vescovi a non lasciarsi intimidire dai venti contrari del tempo presente: «Camminare coraggiosamente sotto i venti contrari e talvolta ostili dell’indifferentismo, del materialismo e dell’individualismo».
Il Pontefice ha quindi invocato l’intercessione di tre santi francesi canonizzati cento anni fa: San Giovanni Eudes, San Giovanni Maria Vianney e Santa Teresa di Gesù Bambino e del Volto Santo, figure che – ha sottolineato – possono ancora ispirare e suscitare nuove vocazioni. «L’auspicio è che queste celebrazioni non si limitino a evocare con nostalgia un passato che potrebbe sembrare finito, ma che risveglino la speranza e ispirino un nuovo slancio missionario. Dio può, attraverso l’aiuto dei Santi che vi ha donato e che voi celebrate, rinnovare le meraviglie che ha compiuto nel passato. Santa Teresa non sarà forse la patrona delle missioni proprio nelle terre in cui è nata? San Giovanni Maria Vianney e san Giovanni Eudes non sapranno forse parlare alla coscienza di molti giovani della bellezza, della grandezza e della fecondità del sacerdozio, suscitarne un desiderio entusiasta e dare loro il coraggio di rispondere generosamente alla chiamata, in un momento in cui la mancanza di vocazioni si fa sentire nelle vostre diocesi e i sacerdoti sono messi a dura prova?».
In un altro passaggio emblematico, il Papa ha confidato: «Oggi posso dire che per voi e con voi sono romano», riaffermando il legame profondo con la città e il popolo che guida. E ha ricordato, con ironia e umiltà, la sorpresa della sua elezione: «Mai pensato di essere eletto, Dio fa le sorprese. Una suora mi aveva profetizzato una ‘grande novità’».
Nel frattempo, dai vertici internazionali arriva anche un segnale politico: l’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha invitato Papa Leone XIV alla Casa Bianca, segnando una possibile apertura verso un incontro tra due visioni del mondo spesso in tensione.