Piazza San Giovanni per Gaza il giorno dopo: e nun ce vonno sta'
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Piazza San Giovanni per Gaza il giorno dopo: e nun ce vonno sta'

In quantità e qualità. Oltre 300mila, un numero che ha spiazzato anche gli organizzatori. Giovani, meno giovani, uniti da un obiettivo: fermare i carnefici di Gaza

Piazza San Giovanni per Gaza il giorno dopo: e nun ce vonno sta'
Piazza San Giovanni, manifestazione per la Palestina
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Umberto De Giovannangeli Modifica articolo

8 Giugno 2025 - 18.08


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A Roma direbbero e nun ce vonno sta’. Non vogliono starci e riconoscere che quella di Roma è stata una manifestazione più che riuscita. In quantità e qualità. Oltre 300mila, un numero che ha spiazzato anche gli organizzatori. Giovani, meno giovani, uniti da un obiettivo: fermare i carnefici di Gaza. E chiedere al governo italiano un sussulto di dignità: sospendere gli accordi militari e commerciali con Israele, riconoscere lo Stato di Palestina. 

Hanno sperato fino all’ultimo che qualcosa potesse accreditare i loro foschi presagi, per dirla meglio, i loro auspici.

Una bandiera con la stella di David bruciata, un vessillo verde di Hamas esibito, uno slogan che potesse avere anche il vago lezzo di antisemitismo. Immaginateli alla tastiera: ve l’avevamo detto, a Roma si sono riuniti i nemici degli Ebrei, sostenitori di Hamas. Gli è andata male. Malissimo. 

Ma ci riproveranno, statene certi. Hanno già cominciato. La parola a cui alcuni editorialisti della stampa mainstream si sono aggrappati è “genocidio”. Che scandalo, marchesa mia. E giù a marcare la differenza tra chi sul palco ha usato quella parola e chi invece ha parlato di pulizia etnica, crimini contro l’umanità. Ai palestinesi massacrati a Gaza e vittime dei pogrom dei coloni israeliani nella Cisgiordania occupata; agli oltre 50mmila bambini uccisi, mutilati, affamati, traumatizzati; alle 28mila donne e ragazze assassinate, a una popolazione ridotta allo stremo, sai quanto importi della parola usata per descrivere il loro martirio. 

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In questa tragedia bisogna essere dalla parte giusta della Storia. La parte dell’unico popolo al mondo sotto occupazione, da 58 anni, non dal 7 ottobre 2023; la parte di chi oggi sogna solo di sopravvivere. Dalla parte delle vittime. Contro i carnefici che oggi governano Israele. 

E dalla parte di chi in Israele si ribella alla deriva bellicista, razzista, di un governo fascista. Ha ragione Gad Lerner, quando dal palco scandisce: siamo qui anche per salvare Israele da se stesso. 

Non avendo visto bandiere bruciate o ascoltato discorsi estremisti, gli ultras di Israele sempre e comunque, hanno tirato in ballo l’Ucraina. Quando una manifestazione del genere per solidarizzare con gli aggrediti nell’Est d’Europa. Insomma, non riuscendo a farli passare per filo-Hamas, i 300mila di Piazza San Giovanni sono dipinti come filoputiniani. 

E’ proprio vero, nun ce vonno sta’. 

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