Sulle rive di Nicea Leone XIV rilancia l’unità cristiana nel viaggio che riapre il cammino ecumenico globale
Top

Sulle rive di Nicea Leone XIV rilancia l’unità cristiana nel viaggio che riapre il cammino ecumenico globale

Nicea è un ritorno alle radici di una fede condivisa e, allo stesso tempo, un messaggio lanciato in un’epoca segnata da divisioni interne alle Chiese e da crescenti polarizzazioni globali. 

Sulle rive di Nicea Leone XIV rilancia l’unità cristiana nel viaggio che riapre il cammino ecumenico globale
Preroll

Antonio Spadaro Modifica articolo

23 Novembre 2025 - 11.19


ATF

Sulle rive del lago di Iznik, l’antica Nicea, a fine novembre Papa Leone XIV pregheràinsieme ai rappresentanti delle Chiese ortodosse. È il centro simbolico e mediatico del suo primo viaggio apostolico in Turchia e Libano: una visita che coincide con il 1700° anniversario del Primo Concilio di Nicea, il luogo in cui nel 325 venne definito il Credo che ancora oggi unisce milioni di cristiani nel mondo.

Nicea è un ritorno alle radici di una fede condivisa e, allo stesso tempo, un messaggio lanciato in un’epoca segnata da divisioni interne alle Chiese e da crescenti polarizzazioni globali. 

Il viaggio assume un forte valore ecumenico: richiama il desiderio espresso da anni da Papa Francesco e dal Patriarca Bartolomeo di ritrovarsi proprio a Nicea per rilanciare un cammino di unità. Non per celebrare un passato idealizzato, ma per guardare avanti: a pratiche concrete di incontro, alla possibilità di convergere su una data comune della Pasqua, a una collaborazione più stabile tra le Chiese.

Il contesto rende tutto più denso. La Turchia, a maggioranza musulmana, e il Libano, segnato da crisi politiche e sociali, rappresentano un laboratorio delicato per il dialogo tra religioni e culture. Qui il gesto di Leone XIV risuona non solo come un appello interno al mondo cristiano, ma come un invito più ampio a credere che la fede possa essere forza di riconciliazione tra popoli e tradizioni diverse.

Le sfide non mancano: tradurre i simboli in percorsi reali di collaborazione; superare le ferite della storia e le tentazioni dei nazionalismi ecclesiali; dare sostegno alle piccole comunità cristiane della regione, spesso isolate o vulnerabili. Eppure, proprio queste fragilità rendono la tappa di Nicea carica di attese.

Il viaggio a Nicea non chiude una storia: la riapre. E affida alle Chiese il compito di trasformare un anniversario storico in un nuovo inizio, capace di parlare alle divisioni di oggi con un linguaggio di unità e futuro.

Native

Articoli correlati