Libia: i ribelli diventano legittimi

“Gheddafi se ne deve andare” ribadiscono gli Usa. Riconoscimento immediato della legittimità del Consiglio nazionale di Bengasi. Ma per il Colonnello non ha valore.

Il segretario di stato americano
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16 Luglio 2011 - 17.11


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di Barbara Antonelli

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L’incontro di ieri che si è tenuto a Istanbul, ha sancito il riconoscimento ufficiale dell’opposizione libica come l’unica autorità del paese. Nonostante i grandi assenti, Cina e Russia, gli Stati Uniti e il Gruppo di contatto, costituito da oltre 30 paesi europei e arabi (molti tra i quali avevano già riconosciuto singolarmente il governo dei “ribelli”)si sono riuniti ieri in un meeting diplomatico nella capitale turca per disegnare una strategia che metta fine alla crisi libica. Facendo appello alle parti per affrontare sforzi per “la formazione di un governo ad interim verso una transizione pacifica del paese”.

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Tra i primi risultati dell’incontro, il riconoscimento appunto del Consiglio di transizione nazionale (Cnt) di Bengasi come legittima autorità in Libia, come annunciato dal Segretario di Stato Usa Hillary Clinton, presente ieri, insieme alla Baronessa Ashton, rappresentante della politica estera dell’Unione: la Clinton ha ribadito “che il Colonnello Gheddafi ha perso ogni legittima autorità, mentre fino a quando sarà creato un governo ad interim, il Cnt è l’unico interlocutore in Libia. Una decisione che implica lo sblocco dei miliardi di dollari congelati nelle banche Usa ed europee, che finiranno in mano ai “ribelli”. Lo ha confermato il Ministro degli Esteri, Frattini, che ha subito avanzato l’offerta di 100 milioni, dichiarandosi pronto a sbloccare i beni libici congelati in Italia. Manovra alla quale si è detto pronto anche il Ministro francese Alain Juppe.

Frattini ha anche sottolineato che le decisioni prese nell’incontro di Istanbul “lasciano al Colonnello Gheddafi nessuna altra scelta se non quella di lasciare il potere”. Il colonnello, però, asserragliato nella capitale di Tripoli, nonostante i bombardamenti Nato e le sanzioni internazionali imposte contro di lui e il suo entourage, in un appello ai suoi sostenitori a Zlitan, ha definito il riconoscimento “senza valore”, “da mettere sotto i piedi”.

Nell’incontro è stato anche definito un piano in 5 punti che l’inviato speciale delle Nazioni Unite in Libia, Abdul Elah al – Khatib, individuato e designato dal Gruppo di contatto, avrà il compito di presentare all’attenzione della leadership libica, un pacchetto “politico”che prevede tra i punti, che Gheddafi lasci il potere immediatamente, e che vi sia un cessate il fuoco sotto il controllo delle forze inviate dall’Onu.

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Per tutti i presenti a Istanbul, Gheddafi se ne deve andare; per questo – come confermato alla stampa italiana dallo stesso Frattini – i raid sulla Libia non si fermeranno nemmeno per la festività religiosa del Ramadan.

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