Mentre milioni di dollari si spendono in bombe inutili in Afghanistan e Libia e più nulla si sa delle condizioni di vita in Iraq dalla Somalia arrivano notizie sempre più drammatiche.
Sono quasi 40.000 i somali che nell’ultimo mese – costretti alla fuga da siccità e carestia – si sono riversati a Mogadiscio in cerca di cibo, acqua e assistenza. Lo riferisce una nota dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (Unhcr). Altri 30.000 si sono invece fermati in insediamenti a 50 chilometri dal centro della capitale.
Complessivamente negli ultimi due mesi la città ha visto arrivare fino a 100.000 sfollati. E la cifra è destinata ad aumentare con i nuovi arrivi, in media 1.000 al giorno nel mese di luglio. Badbado, 9 chilometri ad ovest di Mogadiscio lungo la strada per Afgooye, è uno degli insediamenti più grandi con circa 5.000 famiglie presenti (28.000 persone).
Lunedì il rappresentante Unhcr in Somalia e il capo dell’ufficio della stessa agenzia Onu a Mogadiscio hanno visitato il campo, dove ogni giorno continuano ad arrivare profughi in fuga dalla miseria dilagante a causa della siccità nelle regioni meridionali del Paese.
Nel corso della visita i funzionari hanno assistito a scene drammatiche di disperazione. Il numero di sfollati in cerca di assistenza alimentare è aumento continuo e le quantità di aiuti consegnate non sono sufficienti a soddisfare tutte le necessità.
Per altro la situazione di assoluta confusione politica della Somalia, ormai in guerra interna da almeno venti anni e sottoposta al controllo di signori della guerra o di formazioni integraliste islamiche, rende ingestibile un piano di aiuti in grado di produrre effetti concreti.
I media non sembrano al momento sensibili all’argomento e le foto di Supersimo (Simona Ventura) a Miami ieri erano ben più gettonate e di certo non facevano pensare alla morte per fame.