di Riccardo Cristiano
Dopo l’efferato assassinio di suo fratello, Paul Bhatti è rientrato in Pakistan per proseguire il lavoro del ministro assassinato. E oggi, quale titolare del ministero delle minoranze e quale intellettuale cristiano, Paul Bhatti è a Monaco, all’incontro tra esponenti di culture e religioni diverse, per il dialogo.
Ovvio, incontrandolo, cominciare proprio dal singificato di questa data, l’11 settembre. “Per noi l’11 settembre ha un significato sinistro. Perchè oltre a segnare l’atto terroristico di New York, segna anche l’inzio della guerra afghana che ha destabilizzato il nostro paese, causando un’infinità di morti innocenti. Civili innocenti, pakistani, di tante diverse provenienze e appartenze. E per di più tutto questo ci ha conquistato anche una cattiva fama, come popolo, come persone, nel mondo.”
Ma perchè, dieci anni dopo, l’estremismo, il fondamentalismo e il terrorismo, da voi invece di diminuire aumentano? Eppure il vostro è un paese che ha espresso ben altro, prima del 2001. Avete espresso Bhutto, il suo Pakistan People Party, una sorta di socialismo per il subcontinente indiano.
” E’ vero, è verissimo. Ma bisognerebbe sempre ricordarsi che estremismo, fondamentalismo e terrorismo non sono soltanto il prodotto di ideologie religiose, ma anche di instabilità, mancanza di democrazia e povertà. E noi dopo l’11 settembre siamo entrati in una spirale perversa dove la guerra rende instabile il paese, l’instabilità rende il governo dittatoriale e la povertà dilgante, la povertà dilgante fomenta nuove violenze che rendono ancor meno stabile il paese portando a un ulteriore dittatorializzazione che produce a sua volta più fondamentalismo e così via. E’ chiaro che il punto è l’instabilità, la mancanza di democrazia e la povertà. Paesi dove lo sviluppo economico produce benessere non conoscono una involuzione simile. Basti pensare all’India. Siamo la stessa gente, l’India poi è più complessa di noi, ha diversi fondamentalismi, ma ha una democrazia stabile, progresso economico e benessere che si cominciano a diffondere. E la situazione dell’India non è paragonabile alla nostra.