Il bavaglio cinese, così Pechino spegne Internet
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Il bavaglio cinese, così Pechino spegne Internet

Internet è il grande nemico di Pechino, probabilmente l'ultimo, il solo a spaventare ormai i leader del partito comunista.

Il bavaglio cinese, così Pechino spegne Internet
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17 Settembre 2011 - 12.26


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“Internet, più del dissenso ufficiale, è il grande nemico di Pechino, probabilmente l’ultimo, il solo a spaventare ormai i leader del partito comunista. La tentazione di spegnere la Rete, isolando virtualmente la nazione dalla comunità globale, risale a tredici anni fa: niente web niente tentazioni di libertà, hanno concluso i censori cinesi, ed è scoppiata la più costosa guerra invisibile del secolo. Il nuovo motore della crescita non obbedisce però più esclusivamente agli ordini ideologici dei successori di Mao, dipendenti dalla propaganda. Anche in Cina comanda il business e le cose, per le dittature come per le democrazie, si fanno assai più complicate.

Il prezzo di una società disconnessa è insostenibile e la seconda potenza del mondo è scossa dalla più pericolosa delle contraddizioni: vanta il record di oltre 450 milioni di cybernauti, ma pure il primato delle barriere che impediscono loro di navigare in uno spazio libero. […] La “Grande Muraglia di Fuoco”, il filtro online ideato nel 1998, è mutato da vecchio strumento di censura ad arma della nuova propaganda web. I software che bloccavano le parole chiave dei “temi sensibili”, mettendo fuori gioco Twitter, Facebook, Youtube e i siti che veicolavano lo scambio accelerato delle informazioni, sono ora controllati da un esercito di 60mila agenti elettronici e da una massa di milioni di “volontari patriottici”, stipendiati per diffondere e sostenere in tempo reale l’opinione ortodossa sugli eventi, per intasare la Rete con notizie false, per trasformare il dissenso in consenso, o per cacciare e denunciare gli internauti indipendenti. […] La Cina che cancella la Rete, che la reinventa da ponte sopra i confini in barriera che definisce l’Occidente e l’Oriente, fino a trasfigurarla nel certificato vitale di esistenza di ogni individuo, a discrezione dei leader del potere, è la sconvolgente novità che si nasconde nel cuore della crisi finanziaria che ridisegna il mondo. Per chi vive al di qua del “Muro di Pechino” possono sembrare “fatti loro”. Il web eletto a dissidente da annullare è invece il nostro primo, non affrontato problema: Internet è l’abito che veste la democrazia contemporanea e se la prossima prima potenza del pianeta si rifiuta di indossarlo, per conservare e diffondere una forma nuova di totalitarismo economicamente vantaggioso, il mondo si scoprirà, ancora una volta, nudo”

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