Mosca in piazza gela Putin

120 mila persone che vogliono riprendersi in voto. Riapertura delle urne per nuove elezioni legislative dopo quelle viziate da brogli del quattro dicembre. Retata di giovani attivisti.

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24 Dicembre 2011 - 16.58


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La primavera russa a 10 sottozero. Il grande viale dedicato al dissidente storico come Andrej Sakharov intasato da centoventimila persone arrabbiate nella neve. Una rivolta popolare contro il governo Putin inimmaginabile fino a pochi mesi fa. Un popolo che sta via via trovando una sua unità nello slogan “Rossija bez Putina”, “Una Russia senza Putin”. In questo momento continua a chiedere di cancellare le elezioni politiche platealmente truccate del 4 dicembre. Ma sa che non è immaginabile che questo accada realmente.

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L’assenza di Mikhail Gorbaciov. Ma le cose sono comunque già cambiate tra la gente. Decisa a tornare ancora una volta in piazza il più presto possibile. Nonostante qualche deludente assenza. Atteso fino all’ultimo momento, Mikhail Gorbaciov non è arrivato. Il padre della perestrojka ha evitato un bagno di folla che non aveva mai avuto nemmeno quando era il leader dell’Unione Sovietica. Colpa dei suoi ottant’anni, di uno stato di salute precario e della giornata particolarmente fredda. Non solo per il plastificato Putin.

Brutta aria anche al Cremlino. Quello che conta è ciò che ha detto ieri: “Mi vergogno profondamente di aver appoggiato all’inizio l’ascesa al potere di Putin e dei suoi”. E al Cremlino e dintorni pare abbiano capito. Tre giorni fa il presidente uscente Medvedev si è esibito nella sua attività preferita: la promessa generica di riforme democratiche attualmente inesistenti. L’eminenza grigia del Cremlino, Vladislav Surkhov, aveva provato a imbonire i contestatori definendoli “la parte migliore e più produttiva del Paese”.

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