Colpo di Stato alle Maldive, si dimette il presidente
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Colpo di Stato alle Maldive, si dimette il presidente

Le forze di polizia hanno occupato la televisione di Stato. Il presidente Mohamed Nasheed si è dimesso. Il potere al suo vice. Stanno tutti bene gli italiani nell'arcipelago.

Colpo di Stato alle Maldive, si dimette il presidente
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7 Febbraio 2012 - 10.12


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Colpo di Stato in una delle zone predilette dai turisti di tutto il mondo, italiani inclusi. La polizia delle Maldive si è ammutinata e ha preso il controllo della tv di Stato, appoggiata dall’opposizione guidata dall’ex capo di Stato, Maumoon Abdul Gayoom. Da un’emittente televisiva legata all’opposizione sta lanciando appelli alla popolazione a scendere in strada per rovesciare il presidente Mohamed Nasheed.

Nasheed ha accettato di dimettersi: «Sarà meglio per la Nazione nell’attuale situazione che io mi dimetta – ha detto -. Non voglio guidare il paese con il guanto di ferro e per questo rassegno le mie dimissioni». Le dimissioni di Nasheed sono state annunciate in una conferenza stampa alle 12,52 (le 9,05 italiane). Le responsabilità di capo di Stato saranno ora trasferite al suo vice, Mohammed Waheed Hassan. Mohhomad Malech Jamal, portavoce del Dqp, ha riferito che ora i partiti della minoranza si consulteranno per decidere sulla convocazione di nuove elezioni presidenziali.

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L’esercito delle Maldive ha smentito che nel Paese sia stato compiuto un colpo di stato, ma ha ammesso di aver «consigliato» al presidente, Mohamed Nasheed, di dimettersi. «Non è un colpo di stato, nel modo più assoluto», ha detto il portavoce dei militari, Abdul Raheem Abdul Latif, al telefono dalla capitale Malè.

“Stanno tutti bene gli italiani che si trovano alla Maldive”, ha riferito il console italiano, Giorgia Marazzi, contattata telefonicamente sia da SkyTg24 che dall’Agenzia Ansa. Nella capitale, ha riferito il console, ci sono una quarantina di italiani, mentre è elevata la presenza di connazionali nei resort dell’arcipelago dell’Oceano indiano.

Le Maldive sono uno dei paradisi delle vacanze e richiamano ogni anno turisti da ogni parte del mondo. Lo scontro in atto per il controllo del paese è di fatto invisibile alla maggior parte dei visitatori, che vivono la loro esperienza chiusi all’interno di resort di lusso dove sono consentite attività come il consumo di alcolici o attività balneari normalmente malviste nel resto della nazione, caratterizzata da un’impostazione fortemente islamica e dove bevande alcoliche e costumi da bagno succinti sono considerati un’offesa alla religione.

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