Davanti a decine di migliaia di sostenitori in place de la Bastille, Francois Hollande, il nuovo presidente della Francia, ha festeggiato la sua vittoria: “La Francia ha scelto il cambiamento”, ha detto. “Questa notte vi è una sola Francia, una sola nazione, unita nello stesso destino. Sarò il presidente di tutti”, ha promesso Hollande.
E’ stata un’esplosione di gioia e di liberazione la festa per il successo di Hollande: dopo 17 anni, un socialista, Francois Hollande, torna all’Eliseo. Nella notte ha esultato la rue Solferino, la storica sede parigina del partito, straripante di militanti, dove l’ultimo socialista a guidare la Francia, Francois Mitterrand, salutò tutti prima di lasciare il potere e morire qualche mese dopo. “Sono fiero di essere stato capace di riaccendere la speranza”, ha esultato in diretta Hollande, parlando di «sogno francese» e scatenando la festa della gauche.
Nel suo primo discorso da presidente, Hollande si è anche rivolto a tutti gli europei. “L’Europa – ha detto riferendosi alla volontà di aggiungere la dimensione della crescita al Fiscal Compact – ci guarda. Nel momento in cui il risultato è stato proclamato, sono sicuro che in tanti Paesi Ue c’è stato un sollievo, una speranza, l’idea che l’austerità non può più essere una fatalità”. E ancora: “Il 6 maggio deve essere una grande data per il nostro Paese, una nuova partenza per l’Europa, una nuova speranza per il mondo”.
E la sinistra italiana spera che il successo di Hollande porti il vento del cambiamento anche nel nostro Paese. Tra i primi a commentare il risultato francese, il segretario del Pd Bersani: “È una vittoria che attendevo. Penso possa essere un passo determinante per invertire un ciclo decennale di governo delle destre e per trattenere quelle tendenze populiste regressive che, in una crisi così acuta, insorgono in Europa. Ora si può imboccare una strada di cambiamento”. Con la vittoria di Hollande può profilarsi un’Europa più solidale: “Nessuno – osserva Bersani – può più credere che ci si salvi da soli. A poco a poco sembrerà assurdo anche in Germania e si farà largo l’idea di una Europa comunitaria, che usa strumenti comuni per affrontare la crisi. Non è più possibile che a pagare siano solo il lavoro e il welfare”.