Barack Obama ha deciso di appoggiare i matrimoni gay. Lo ha fatto ieri durante un’intervista con la tv «Abc», cambiando la posizione che aveva tenuto durante tutta la sua carriera politica. La svolta a favore dei matrimoni gay peserà moltissimo sulla campagna elettorale americana. Obama è consapevole di essere il primo Presidente degli Stati Uniti ad aver cancellato in pochi secondi un tabù ideologico e religioso che ancora smuove profondamente le coscienze, e soprattutto i voti, di milioni di americani. Ed è convinto che i tempi siano maturi. Dopo la rottura sui militari gay, un nuovo passo verso l’apertura e la difesa dei diritti.
Obama sa che rischia di pagare un prezzo molto salato. Al voto mancano sei mesi. E tutto può ancora accadere. Tuttavia, secondo i primi analisti, con questo gesto Barack potrebbe essersi giocato in un colpo solo il voto di stati cruciali e ultramoderati come l’Ohio e la Virginia. D’altro canto, c’è un pezzo d’America che da ore gioisce sui social network e torna a infiammarsi, rivivendo le emozioni del 2008. È come se Barack avesse tolto un tappo a un movimento che non vedeva l’ora di farsi sentire. Ed è su di loro, sui giovani e su chi ha studiato che Obama punta le sue carte. L’hashtag #marriageequality in meno di un’ora è balzato in testa al traffico.
Una mossa con una forte dose di rischio ma allo stesso tempo ben calcolata. Basta seguire le reazioni imbarazzate dello staff di Mitt Romney per capire che anche il partito repubblicano, sul tema dei diritti agli omosessuali, si trova quanto meno spiazzato. L’ex governatore del Massachusetts, solo un decina di giorni fa era stato costretto a mollare uno dei suoi portavoce, apertamente gay, dopo gli anatemi della destra evangelica ultra-conservatrice. E ora, s’è limitato a dire a mezza voce che il «matrimonio in sè è un’unione tra una donna e un uomo». Alla sua destra, invece è scoppiata già la protesta. Fox News, la tv preferita dai fans del Tea Party, da ore titola: «Barack Obama dichiara guerra al matrimonio. Così si perde per strada i moderati». Ma proprio queste due reazioni, fanno capire come la stategia di Barack sia proprio quella di far scoppiare le contraddizioni interne al Grand Old Party, da sempre diviso tra oltranzisti e centristi.
