Libia, dalla padella alla sharia
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Libia, dalla padella alla sharia

Sabato i libici sono chiamati alle urne per eleggere l'Assemblea incaricata di redigere la Costituzione. Ma alla base potrebbe esserci la legge islamica.

Libia, dalla padella alla sharia
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5 Luglio 2012 - 16.27


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Dopo la guerra in Libia si rischia che nulla cambi, anzi la situazione sembra peggiorare. Il Cnt, Cosiglio Nazionale Transitorio, ha fatto sapere che la Sharia, la legge islamica,
sarà la “fonte principale” della legge in Libia.
Sabato
prossimo i libici saranno chiamati alle urne per eleggere
l’Assemblea Costituente, incaricata di redigere la nuova
Costituzione.

Ma per mons. Giovanni Innocenzo Martinelli, vicario
apostolico di Tripoli non c’è nessun allarme, visto che “per la prima volta
nella sua storia, in Libia si tengono elezioni veramente libere.
Vogliamo meravigliarci se ci saranno dei problemi? Io non mi
meraviglio. Spero comunque che il voto avvenga nella pace e sia
corretto”. Il vicario in Libia commenta così, all’agenzia vaticana Fides, la
vigilia del voto del 7 luglio per eleggere i 200 rappresentanti
dell’Assemblea nazionale libica, che dovrà poi nominare il
nuovo governo ad interim e una commissione per scrivere la nuova
Costituzione.

”Vedo che la popolazione sta maturando questo evento,
all’inizio c’era un po’ di indecisione ma adesso penso che siano
in grado di affrontare questa prova, con la volontà di
superarla”, dice mons. Martinelli.
Il vescovo nota anche un altro aspetto della situazione: ”se
la Libia sta facendo la sua parte e sono apprezzabili gli sforzi
che sta facendo per ritrovare un suo equilibrio, vedo pure che
ci sono gruppi e organizzazioni straniere e internazionali che,
con la scusa di aiutare la Libia, fanno i loro interessi o
comunque non hanno una condotta trasparente. Tutti quanti ci
sforziamo di aiutare la Libia, ma quante sono le persone che lo
fanno con vero disinteresse, con purezza di cuore e di
spirito?”, si chiede mons. Martinelli.

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