Attentato in Siria, ucciso ministro della Difesa
Top

Attentato in Siria, ucciso ministro della Difesa

Il ministro della Difesa siriano è morto nell'attentato kamikaze contro il palazzo della Sicurezza a Damasco. Alcuni ministri e funzionari dell'intelligence gravemente feriti.

Attentato in Siria, ucciso ministro della Difesa
Preroll

Desk Modifica articolo

18 Luglio 2012 - 12.36


ATF

Il ministro della Difesa siriano, il generale Daoud Rajha, è morto nell’attentato kamikaze contro il palazzo della sicurezza a Damasco. Insieme con lui ucciso il suo vice, Assef Shawkat, cognato del presidente siriano Bashar al-Assad. A riferirlo è la tv di stato. Alcuni ministri e alti funzionari delle agenzie di intelligence siriane sono rimasti «gravemente feriti» nell’attacco, tra questi anche il ministro dell’interno, Mohammad Ibrahim Al-Shaar, e il vice ministro della Difesa e cognato del presidente siriano, Assef Shawkat. I ribelli hanno riferito che la Guardia repubblicana ha circondato l’ospedale Shami, dove sono stati portati i feriti. L’attacco kamikaze è avvenuto intorno alle 7.30 di mattina (le 5.30 in Italia).

Per il quarto giorno consecutivo si combatte a Damasco e la battaglia tra forze governative e ribelli si è avvicinata al palazzo presidenziale. Nel distretto di Dummar, una caserma dell’esercito – che si trova a poche centinaia di metri dal palazzo del popolo – è finita sotto il fuoco dell’opposizione. «Sentiamo il rumore di armi da fuoco leggere. Le esplosioni stanno diventando sempre più forti dalla parte della base militare», ha riferito un architetto, Yasmine, al telefono dalla zona di Dummar.

Leggi anche:  Siria, 3700 bambini rubati dal regime Assad: identità cambiate, famiglie spezzate e un crimine che ricorda Videla

A Damasco «nelle ultime 48 ore si registra una escalation di violenza», con esplosioni e scontri a fuoco «in un raggio di 4 chilometri dal quartier generale degli Osservatori delle Nazioni Unite», nel pieno centro della capitale siriana. È il commento di alcuni membri della missione ONU a Damasco. «Da ieri udiamo esplosioni, continue sparatorie», anche se «non si tratta di una vera e propria battaglia», precisano le fonti. Gli Osservatori dell’Onu «non sono stati coinvolti fino a ora, anche se a Damasco tutti sono in pericolo, è ovvio». E più di sessanta soldati sono stati uccisi nella battaglia in corso nella Capitale con i ribelli dell’opposizione: è la stima dell’Osservatorio siriano sui diritti umani, che ha sede a Londra.

Native

Articoli correlati