Amnesty International, attraverso un rapporto, punta il dito contro le forze del presidente Bashar al-Assad colpevoli, per l’ong, di condurre bombardamenti «indiscriminati» e sottoporre i civili che vivono ad Aleppo a «terribili violenze» a causa dei combattimenti che infuriano tra l’esercito siriano e i ribelli. Il dossier è basato sulla relazione di un team di Amnesty che per 10 giorni ad agosto è stato ad Aleppo. Durante questa missione, «Amnesty International ha analizzato 30 attacchi in cui sono stati uccisi più di 80 civili che non avevano preso parte direttamente alle ostilità», ha scritto l’organizzazione nella sua relazione. «Nella stragrande maggioranza dei casi, le vittime sono state uccise o ferite in attacchi da parte delle forze governative e ciò costituisce una violazione del diritto umanitario internazionale», spiega Amnesty, secondo cui molti dei civili uccisi, tra cui bambini, sono stati colpiti nelle loro case, mentre erano in fila per il pane o in luoghi in cui pensavano di essere al sicuro.
«Molti civili sono stati uccisi e molti altri sono stati feriti nelle ultime settimane a causa di attacchi aerei, dal fuoco di artiglieria e dai colpi di mortaio sparati delle forze governative contro le aree residenziali» dove l’esercito sospetta si nascondano i ribelli, aggiunge Amnesty. L’organizzazione esprime anche la sua preoccupazione per l’aumento delle esecuzioni da parte di entrambe le parti in conflitto, compresi i ribelli che, secondo l’ong, agiscono in gran parte indipendentemente dall’Esercito siriano libero. Amnesty cita in particolare la scoperta di cadaveri di uomini, per lo piu’ giovani, ammanettati e che mostrano segni di tortura, abbandonati nelle periferie delle citta’