Arrestato l'hacker che sfidò i narcos
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Arrestato l'hacker che sfidò i narcos

Barrett Brown, da sempre associato ad Anonymous, un anno fa minacciò un potente cartello messicano. Ora in cella per un video in cui attacca un agente Fbi.

Arrestato l'hacker che sfidò i narcos
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14 Settembre 2012 - 18.42


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Ha sfidato i narcos messicani, ora l’Fbi l’ha arrestato. Naturalmente le due cose non sono connesse ma fa scalpore l’arresto di Barret Brown. Forse uno degli hacker più famosi al mondo. Lui ha sempre rifiutato il ruolo di portavoce di Anonymous, collettivo che non ha, né vuole avere “rappresentanti”. Il suo nome però è stato sempre associato a tutte le iniziative – anche le più radicali – del gruppo.

Barret Brown, comunque, conquistò le prime pagine dei giornali statunitensi l’anno scorso. Quando “Zeta”, uno dei più feroci cartelli che controllano il traffico della droga dal Messico all’America, sequestrò un ragazzo. Un hacker che probabilmente – ma non si è mai conosciuta la storia nel dettaglio – aveva provato a forzare i sistemi di sicurezza telematica dei narcotrafficanti. A quel punto, Barrett, non sapendo cosa altro fare, annunciò pubblicamente che avrebbe svelato i nomi, gli indirizzi di 75 persone (alti dirigenti della polizia, politici e tanto altro) che risultavano a libro-paga degli “Zeta” come collaboratori, se il ragazzo “prigioniero” dei narcos non fosse stato rilasciato.

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E ancora, il suo nome è riapparso qualche tempo fa, quando un altro famoso hacker – conosciuto in rete con diversi nickname – fu arrestato dalla polizia. E in cambio di un po’ di clemenza da parte del giudice, fornì informazioni su Anonymous. In quell’occasione la casa di Barrett fu perquisita da cima a fondo, i suoi computer sequestrati ma non fu trovato nulla di compromettente.

Infine l’altro giorno la polizia si è ripresentata, bussando a casa sua, a Dallas. Poche ore dopo che il giovane hacker aveva postato su YouTube un filmato. Dove minacciava di “distruggere” un agente dell’Fbi, Robert Smith. Colpevole, ai suoi occhi, di perseguitare la madre, accusata dalla polizia di intralcio alla giustizia, perché ha sempre difeso l’operato di Barrett.

In quel breve video, Barrett in realtà, anche se usa toni piuttosto violenti, chiede solo a chiunque sia in grado di farlo, di fornirgli materiale per stroncare la carriera di quel giovane e arrogante poliziotto. Per questo è stato arrestato. Ed anche il suo arresto è stato spettacolare. Barrett in quel momento era in chat video con la sua ragazza ed un gruppo di amici. Che hanno così potuto vedere, e riprendere, tutta la scena. Fino a quando un agente non se n’è accorto e ha staccato i collegamenti.

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Da casa, il giovane è stato portato nel carcere di Dallas. Da lì, è stato spostato ma gli amici ancora non sanno dove è stato trasferito. Resta da dire che Anonymous, in risposta, dichiaratamente in risposta all’arresto di Barrett Brown, ha subito diffuso un elenco di dati privati di tredici superpoliziotti americani. E minaccia di continuare a rendere pubblici altri nomi, con i numeri delle loro carte di credito, dei loro telefoni riservati, se Brown non verrà rilasciato.

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