Grecia: sciopero generale e scontri in piazza

In 50 mila rispondono alle manifestazioni convocate dai sindacati contro i nuovi tagli del governo Samaras. Gli agenti reagiscono con cariche e fumogeni.

Grecia: sciopero generale e scontri in piazza
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26 Settembre 2012 - 14.49


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In Grecia giornata di protesta e di scontri. Cinquantamila persone in piazza per il terzo sciopero generale dall’inizio dell’anno. Alcune bottiglie molotov sono state lanciate da manifestanti con il volto coperto all’arrivo sulla centrale piazza Syntagma e le forze dell’ordine hanno risposto con lacrimogeni e cariche. La mobilitazione è stata convocata dai due principali sindacati del paese, Gsee e Adedy «Popolo combatti, stanno bevendo il tuo sangue!» è lo slogan della gente che protesta contro le nuove pesanti misure anti crisi prese dal governo di Antonis Samaras.

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In piazza i violenti si muovono a piccoli gruppi. Dietro al Parlamento hanno anche dato fuoco ad alcuni alberi e a un gazebo in un parco. Poi hanno assalito delle vetrine e hanno provato l’assalto ad alcuni hotel del centro, protetti dai cordoni di polizia. Il corteo in piazza Pedion tou Areos ad Atene è iniziato verso le 11.00 e migliaia di agenti controllano la città. Un altro sindacato, il Pame, vicino al Partito Comunista, ha organizzato un’altra manifestazione manifestazione nella centralissima Piazza di Omonia. Allo sciopero aderiscono gli impiegati statali, i lavoratori dell’erario e delle dogane (pesanti disagi negli aeroporti) i lavoratori delle Autonomie locali, i liberi professionisti e i commercianti. I giornalisti e i tecnici dei mezzi d’informazione si asterranno dal lavoro fino alle 15.00. Accordo con i servizi dei treni di trasporto urbano per facilitare gli spostamenti di coloro che vogliono partecipare alle manifestazioni.

Le misure in esame, che prevedono tagli dei salari, delle pensioni e della previdenza sociale oltre a riforme strutturali per modernizzare lo stato, introdurre maggiore concorrenza e lottare contro la corruzione, dovrebbero consentire alla Grecia di ridurre di 11,6 miliardi di euro le spese pubbliche ed aumentare le entrate di 2 miliardi di euro. Il voto di questo pacchetto da parte del parlamento è la condizione per sbloccare una tranche di 31,5 miliardi di euro di prestiti da parte di Ue e Fmi destinati soprattutto a ricapitalizzare le banche greche.

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