L’Iran litiga sul sostegno a Damasco
Top

L’Iran litiga sul sostegno a Damasco

Tensioni tra l’Ayatollah Khamenei e il capo dei servizi: Teheran spende troppo per aiutare il regime di Assad. L’Iraq chiude i cieli ai voli iraniani diretti in Siria.

L’Iran litiga sul sostegno a Damasco
Preroll

Desk Modifica articolo

1 Ottobre 2012 - 09.45


ATF

Damasco entra negli affari interni iraniani. L’appoggio che Teheran ha finora garantito al regime del presidente Bashar Al-Assad ha provocato tensioni tra il Leader Supremo, l’Ayatollah Khamenei, e il capo dei servizi Suleimani. Secondo il Times, il governo iraniano sta spendendo miliardi di dollari per fornire aiuto militare e finanziario a Damasco, facendo infuriare Khamenei.

L’Ayatollah accuserebbe Suleimani di non essere stato in grado di porre fine al conflitto in tempi brevi. Facendo spendere alle casse di Teheran una fortuna: l’Iran ha pagato gli stipendi dei soldati governativi e ha fornito armi e supporto logistico all’esercito, secondo quanto pubblicato stamattina dal Times che cita membri dell’opposizione.

Un’accusa, quella dei gruppi di opposizione, non certo nuova: da tempo l’Iran è duramente criticato per il sostegno al regime di Assad. Negli oltre 18 mesi di guerra civile, l’Iran si è dimostrato l’alleato più stretto del governo siriano, sia per ragioni politico-strategiche che per ragioni religiose. Un elemento che ha spinto alcuni Paesi mediorientali, Egitto e Turchia su tutti, a chiedere a Teheran di partecipare attivamente alla soluzione diplomatica della crisi siriana.

Leggi anche:  Charlie Kirk, una popolarità all'insegna di disinformazione, complottismo e odio contro gay e musulmani

Sicuramente più cauti i poteri occidentali: “L’esportazione di armi dall’Iran al regime omicida di Assad in Siria sono motivo di grande preoccupazione”, ha detto durante l’ultimo meeting sul programma nucleare siriano l’ambasciatrice statunitense alle Nazioni Unite, Susan Rice.

E proprio su richiesta di Washington, ieri il ministro degli Esteri iracheno, Hoshyar Zebari, ha annunciato che Baghdad bloccherà e controllerà tutti gli aerei decollati dall’Iran e diretti in Siria e sospettati di trasportare armi: “Abbiamo chiesto al governo iraniano di fermare questi voli e di smettere i finanziamenti e il rifornimento d’armi al regime siriano – ha spiegato il ministro Zebari al quotidiano al-Hayat – L’Iraq non intende essere un sentiero per questo mercato, non vuole che le sue terre, i suoi cieli e le sue acque siano usate per trasportare armi”.

Intanto proseguono gli scontri in tutta la Siria. Ieri il bilancio avrebbe raggiunto i 114 morti, di cui 57 vittime a Damasco, secondo i dati forniti dall’Osservatorio Siriano per i Diritti Umani. L’associazione di opposizione a Assad ha affermato nell’ultimo rapporto che dal marzo 2011 ad oggi il numero delle vittime in Siria avrebbe raggiunto le 30mila unità.

Native

Articoli correlati