Primavera araba alla prova di pace
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Primavera araba alla prova di pace

Dal Cairo riflessione del corrispondente Rai Marc Innaro sul nuovo ruolo dei paesi arabi dopo le Primavere di democrazia, rispetto alla pace in Medio Oriente. [Marc Innaro]<br>

Primavera araba alla prova di pace
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22 Novembre 2012 - 14.35


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di Marc Innaro

Sarà forse per i 5 miliardi di dollari appena concessi dal Fondo Monetario. O forse perché Hamas e Morsi provengono dalla stessa corrente ideologico-religiosa. Sarà anche per far dimenticare gli enormi problemi interni. “Ma l’Egitto riprende il ruolo che ne ha fatto il perno della pace e stabilità nella regione”. Hillary Clinton benedice così il ruolo di tutore che il presidente egiziano Morsi si è cucito addosso con l’accordo di tregua fra Israele e Hamas. Dopo le primavere arabe, è la prima vittoria dell’Islam politico sunnita al potere in Egitto, in Turchia o in Qatar.

Ma è anche una scommessa, certo rischiosa, su Hamas: ancora attentati e missili su Israele, o addio graduale al terrorismo verso un futuro di forza politica islamica moderata e rispettabile? Questione vitale per tutti, israeliani compresi, pensando anche al momento in cui cadrà in Siria il regime di Bachar El-Assad. Oggi a Gaza la gente festeggia, spera nella fine del blocco israeliano. E canta vittoria il leader politico di Hamas, Khaled Meshaal, che però ringrazia l’Iran per l’aiuto.

Leggi anche:  A Gaza altri 31 palestinesi uccisi da Israele mentre si continua a morire di fame

Si riferisce ai missili, entrati a Gaza attraverso i tunnel scavati sotto il confine con l’Egitto. Ecco perché Israele non si fida. Eppure oggi vanno in scena le prove generali di un nuovo Medio Oriente.

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