Ungheria, cresce sempre più l'estrema destra
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Ungheria, cresce sempre più l'estrema destra

Secondo un sondaggio di Publicus Intézet, oltre il 10% degli ungheresi risulta essere simpatizzante della Guardia Ungherese, organizzazione paramilitare di estrema destra.

Ungheria, cresce sempre più l'estrema destra
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7 Dicembre 2012 - 11.21


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Sciolta nel dicembre del 2009 da una sentenza del Tribunale di Budapest per una serie di marce effettuate a scopo intimidatorio in centri abitati caratterizzati da una fitta presenza di cittadini Rom, la Guardia Ungherese (Magyar Gárda, M.G.), sfila tranquillamente nel paese con i suoi membri in uniforme nera. Stando ai risultati di questa inchiesta i simpatizzanti della M.G. ritengono che quest’ultima rappresenti la soluzione ideale ai problemi di carattere sociale ed etnico esistenti attualmente nel paese.

Un’altra inchiesta dai risultati non meno preoccupanti, firmata da Progressív Intézet, rivela che il 9% degli ungheresi voterebbe senza esitazioni per la M.G. se tale organizzazione fosse un partito politico. Di fatto, stando a quanto emerso dai sondaggi, la maggioranza della popolazione sostiene di non sentirsi intimidita dalla presenza di estremisti nel panorama politico che è attualmente caratterizzato dalla presenza del partito di estrema destra Jobbik che è rappresentato nel Parlamento ungherese.

Solo il 5-7% degli intervistati ritiene che le forze della destra radicale costituiscano un serio pericolo per il paese e per la sicurezza dei suoi abitanti. Secondo le inchieste l’aumento del numero dei simpatizzanti dei gruppi paramilitari di estrema destra e di partiti come Jobbik è una conseguenza diretta dell’impoverimento generale della società magiara, del significativo aumento della disoccupazione e della crisi economica globale.

L’insicurezza derivante da questi fenomeni porterebbe a un aumento della criminalità e delle tensioni sociali soprattutto nelle regioni più povere del paese. Tra esse quelle del nord-est sono le più depresse e colpite dai fenomeni in questione. La maggior parte degli abitanti di queste zone ritiene che l’unica soluzione per garantire alla comunità un margine di sicurezza e di tutela dalla criminalità è affidarsi ai gruppi paramilitari che pattugliano i centri abitati delle regioni più povere e individuano nei Rom una minaccia all’ordine pubblico.

Il problema è che coloro i quali credono nel ruolo sociale di tali organizzazioni hanno sempre meno fiducia nell’operato delle forze dell’ordine che ritengono incapaci di tutelare la cittadinanza. Essi accusano la polizia di essere indifferente ai loro problemi, di non riuscire a prevenire le aggressioni e gli atti criminali denunciati dagli abitanti di questi centri depressi e di non rispondere alle loro richieste di aiuto.

(da www.osmepress.wordpress.com)
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