In Europa sempre più marijuana albanese

La repubblica skipetara si è trasformata nel maggiore produttore europeo di erba, mentre l'Onu ribadisce che quasi tutta la droga diretta ai mercati europei passa dai Balcani.

In Europa sempre più marijuana albanese
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8 Marzo 2013 - 19.25


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Forse la sua produzione è meno famosa di altri Paesi, ma sta assumendo proporzioni che ora spingono persino il Dipartimento di stato americano a dedicarle la massima attenzione. L’ultimo rapporto emanato sul controllo dei narcotici nel mondo, infatti, si concentra sulla produzione di marijuana in Albania, che secondo gli esperti Usa sta crescendo a ritmi esponenziali, in particolare negli ultimi due anni. Non ci sono dati riguardanti la coltivazione, ma i sequestri, secondo la relazione, “indicano chiaramente un aumento nella produzione locale”.

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Il Dipartimento Usa elenca i dati relativi alla scoperta di carichi di marijuana nel Paese, e osserva come il 2011 abbia registrato un aumento del 175 per cento, mentre nel 2012 sono state sequestrate 21,2 tonnellate dello stupefacente, esattamente il doppio dell’anno precedente. Sono più limitate le quantità di eroina e cocaina, ma anche queste, precisa il rapporto, sono più che raddoppiate, con sequestri totali che arrivano a 87,7 chili per l’eroina e 4,6 chili per la cocaina.

A parte la marijuana, continua il Dipartimento di Stato, non sono registrate altre produzioni di rilievo, come ad esempio quelle delle droghe sintetiche. Il problema però non sembra essere affrontato con sufficiente impegno, fanno ancora notare dagli Usa, visti i dati relativi agli arresti e alle condanne per narcotraffico. La polizia albanese ha infatti arrestato nel 2012 un totale di 729 persone per reati collegati al traffico di stupefacenti, mentre la procura ha aperto solo 149 procedimenti giudiziari. Ancora meno, appena 46, sono quelli finiti davanti a una corte per un processo. In totale, compresi cioè anche i casi aperti negli anni precedenti, la giustizia albanese nel 2012 ha ordinato 56 condanne.

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Se il Dipartimento americano si concentra sul caso specifico dell’Albania, è invece l’Onu a riportare l’attenzione sul problema del traffico di stupefacenti in tutta la regione balcanica. Secondo il nuovo rapporto diffuso a Vienna dall’Agenzia contro il narcotraffico delle nazioni Unite, la “via dei Balcani” ha portato nel 2012 circa 60 tonnellate di eroina in Europa, per un valore complessivo di 13 miliardi di dollari. Le Nazioni Unite hanno iniziato l’anno scorso un programma di supporto per combattere il fenomeno, su richiesta dei governi della regione, e il piano prevede un sostegno di 14 milioni di dollari per potenziare i controlli, in particolare proprio in Albania e in Montenegro. Il programma, ha spiegato il direttore dell’agenzia, Juri Fedotov, è stato completato al 99 per cento, ma il lavoro da fare “resta ancora molto”. Il problema più grande sembra infatti arrivare proprio adesso, con il progressivo abbandono dell’Afghanistan da parte delle forze internazionali.

Secondo Fedotov, diventa cruciale in questa fase trovare delle soluzioni per arginare fin da subito il rischio di un potenziamento dei traffici illeciti e del terrorismo, che segue traiettorie simili. I governi locali hanno già lanciato un appello per ottenere un sostegno “adeguato attraverso una rete di donatori”, ha precisato Fedotov, perché “il problema del narcotraffico nei Balcani non solo non sembra essere chiuso, ma potrebbe essere solo all’inizio”.

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