Un’iniziativa del primo ministro Matteo Renzi promette di dare una scossa al progetto “South Stream”, impantanato in una diatriba senza sbocco fra Commissione europea per l’energia ed il colosso energetico russo “Gazprom”. Il premier italiano, che fra un mese sarà anche alla guida dell’Unione ha proposto che i leader dei paesi attraverso i quali il gasdotto dovrebbe passare mandino una lettera congiunta alla Commissione europea in segno di sostegno al progetto.
Lo rende noto il portale “EurActiv.com” con sede a Bruxelles: Renzi ha proposto che i leader di [Italia, Bulgaria, Serbia, Ungheria, Grecia, Slovenia, Croazia e Austria firmino una lettera che spinga l’Unione a risolvere le diatribe sul futuro del gasdotto che dovrà rifornire l’occidente europeo.
A far nascere l’iniziativa è stato il blocco nella posa delle condotte imposto da Bruxelles alla Bulgaria, dove il primo ministro Plamen Oressarski domenica scorsa ha ordinato l’arresto delle attività relative al gasdotto, mentre la Commissione europea contina a non dare luce verde ad un progetto che viene considerato non in linea con la normativa comunitaria.
Anche gli Stato Uniti continuano a fare pressioni contro il gasdotto ch aggirerebbe l’Ucraina, a Sofia Oressarski ha dato l’annuncio dopo un incontro con i senatori americani John McCain, Chris Murphy e Ron Johnson.Il portale scrive anche che l’ambasciatore USA in Bulgaria, Marcie Ris ha detto che le aziende bulgare che partecipano alla costruzione del South Stream”potrebbero essere sottoposte a sanzioni, dal momento che a compiere le opere l’episodio é stato scelto selezionato un consorzio guidato dalla russa “Strojtransgas.”L’azienda è associata con il miliardario russo Gennady Timccenko contro il quale gli Stati Uniti hanno imposto misure.
L’obiettivo principale del nuovo gasdotto è quello di bypassare l’Ucraina per fornire un approvvigionamento stabile di grandi clienti in Europa, come Austria e Italia. Le imprese europee che sono interessate invece alla partecipazione in un consorzio per la gestione della rete del gas ucraino, (che richiede ingenti investimenti) non guardano con simpatia al nuovo gasdotto, che viene considerato un concorrente diretto.
Un restauro della rete del gas ucraino potrebbe valere soltanto se la Russia continuasse a spostare il suo gas attraverso il territorio di Kiev, cosa che dopo gli ultimi sviluppi politici appare molto improbabile. L’ Ucraina a sua volta se entrasse in funzione ” South Stream” con una capacità di trasmissione di 63 miliardi di metri cubi di gas all’anno, perderebbe miliardi di dollari in tasse di transito. Vista la paralisi attuale del progetto, il tema del “Sourh Stream” sarà centrale nel vertice Ue del 26 e 27 giugno, in cui i leader degli Stati dell’Unione devono parlare di ridurre la dipendenza energetica dalla Russia.
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