Polveriera Grecia, Europa in subbuglio
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Polveriera Grecia, Europa in subbuglio

Dall'Unione continuano avvertimenti ed interferenze, specie tedesche, ma una crisi politica ad Atene potrebbe riflettersi anche sui rapporti con la Turchia e le forniture di gas

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redazione Modifica articolo

15 Gennaio 2015 - 09.45


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Man mano che si approssima la data delle elezioni politiche greche l’Unione europea continua a ipotizzare i diversi scenari che possono scaturire dalla vittoria del ragruppamento di sinistra “Siryza” e del suo leader, Alexis Tsipras. I Paesi più potenti della zona euro si sono spinti anche oltre, e qualcuno continua indirettamente a “minacciare” Atene per i possibili esiti delle elezioni parlamentari anticipate.

L’ultimo ad esibirsi in questo sgradevole ruolo è un alto funzionario del partito di cancelliere tedesco Angela Merkel, Michael Fuchs, il quale dichiara che “se Alexis Tsipras del partito greco di sinistra Syriza pensa di poter fermare gli sforzi di riforma e le severe misure di austerità , deve sapere che poi la troika smetterà di concedere prestiti alla Grecia.”

In questo modo l’Unione europea e la Germania hanno inviato un altro messaggio diretto agli elettori greci, ma anche l’avvertimento che la zona euro non si sente in alcun in pericolo per la posizione di Atene, e che una decisione politica “sbagliata” degli elettori potrebbe allontanare la Grecia dall’euro o esporla a pressioni supplementari. Ecco perrché quella vecchia volpe di Michael Fuchs manda quest’ultimo messaggio.

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“Sono finiti i giorni in cui dovevamo salvare la Grecia. Non ci sono più opportunità di ricatto politico”, aggiunge il deputato, eppure questo genere di stime da parte di funzionari politici europei e tedeschi possono soltanto avere solo un impatto negativo sugli elettori greci , che per orgoglio nazionale e la necessità di proteggere l’identità nazionale potrebbero votare per “Siryza” e Tsipras, e quindi compromettere seriamente zona euro, finanza e le borse europee e le banche che sono coinvolte nel programma economico di salvataggio della Grecia, del peso di circa 240 miliardi di euro.

Anche altre situazioni, poi , non sembrano autorizzare ottimismo: alcune previsioni per gli eventi in corso in Europa, indicano che nel 2015 si è aggravato il conflitto tra Grecia e Turchia per i giacimenti di gas contesi nel Mar Egeo. Questo potrebbe portare a conflitti e diplomatiche e perfino a scaramucce militari di Atene e Ankara, che porterebbero alla militarizzazione generale della regione ed all’instabilità stessa della Grecia nel 2015. Se ciò accadesse, entro la fine dell’anno le acque a nord di Cipro entrerebbero a far parte di una zona militarizzata per due Stati membri della NATO, il che può portare alla “chiusura” del progetto europeo di trasporto strategico nel Mediterraneo ed a bloccare il terminale progettato a Cipro o nel nord-est del Mediterraneo.

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Se teniamo presente poi che la Russia ha accettato un accordo sul gas con la Turchia per condotte con una diramazione verso la Grecia, un conflitto tra Atene ed Ankara metterebbe visibilmente in pericolo la sicurezza energetica in questa parte d’Europa. La possibile crisi del gas nel Mediterraneo, associata con le elezioni in Grecia, porta dunque alla minaccia di un peggioramento delle relazioni nel bacino del Mar Egeo che potrebbe essere seguito da sommosse civili in Grecia e Turchia. Questo aumenta il rischio per la prossima stagione turistica in Grecia e in Turchia , ed allo stesso tempo, la Turchia sotto Erdogan si trova nella zona di altissimo interesse per l’UE che potrebbe anche incoraggiare un più serio confronto.

Fonte: Balkan Insight

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