Ue-Tsipras, braccio di ferro
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Ue-Tsipras, braccio di ferro

L’Unione è disposta solo a concessioni marginali mentre il premier greco comincia ad affrontare l’insoddisfazione dei compatrioti, per questo tenta un armistizio con “Alba Dorata”<br>

Ue-Tsipras, braccio di ferro
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10 Marzo 2015 - 00.50


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La politica di Alexis Tsirpas e di “Siryza” non è la politica dell’Unione europea nei confronti della Grecia, né le politiche internazionali del governo di sinistra di Atene sono conformi a quelle interne: questo significa che Tsipras e le sue mosse politiche non sono sufficientemente percepite nell’UE mentre a livello nazionale la polarizzazione tra sostenitori si fa sempre più netta. Questa constatazione fa pensare che Alexis Tsipras abbia scelto in qualche forma un atteggiamento difensivo sia politico che personale, conducendo una politica duplice che non si è guadagnata la fiducia né il sostegno della Ue.

L’ Unione europea, ed in particolare la zona euro, non intende cambiare in modo significativo la sua politica verso la Grecia, perché è stato anche dimostrato che un singolo governo non può esercitare pressioni abbastanza forti sulla politica Bruxelles o diminuire la potenza della Germania nella zona euro, dunque si scopre che Tripras non ha in mano le carte per togliere il “jolly” alla Ue.

Jean-Claude Junker, presidente della Commissione europea ha dichiarato che il primo ministro greco a questo punto deve dire chiaramente al suo popolo che le promesse elettorali di abolire le misure di austerità, per quanto dure e insostenibili, non cambiano gli accordi con l’Unione europea . In questo modo, invia un messaggio ai Cipras : lui ritiene che abbia vinto le elezioni con la frode e l’inganno e dunque la Ue non lo guarda con rispetto. In particolare, questo atteggiamento è condiviso dalla maggior parte dei Paesi della zona euro e dalle principali autorità della Ue, oltre che dalla “trojka” (FMI e l’UE e la BCE) nel suo complesso . Il resto d’ Europa è governato da partiti destra moderata o di centro- sinistra moderata che più o meno hanno tutti politiche simili.

Tsipras invece rappresenta la “ribellione” interna nella zona euro alle misure del FMI e l’UE, ma è chiaro che i cambiamenti che lui sollecita non avranno luogo nel corso di quest’anno, come ci si aspettava. E Junker sottolinea questo punto senza tentennamenti: “Bisogna che Tsipras accetti il fatto che alcune delle promesse su quali è stato eletto non si realizzeranno, le elezioni non cambiano i trattati dell’Unione europea”, ha detto ad un quotidiano spagnolo.

La Grecia intende proporre entro marzo una riforma ai partners europei per ottenere subito il denaro di cui ha bisogno, ribatte il ministro delle Finanze, Janis Varufakis: “”Abbiamo presentato alla Ue un elenco di sei riforme attuabili subito e che servono a misurare i pagamenti in contanti”, Il presidente dell’Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem, ha però già gelato questa speranza definendo “incompleta” la lista di riforme presentate dal governo di Alexis Tsipras per sbloccare una parte dei 7,2 miliardi di aiuti che restano nel programma di assistenza finanziaria.

Da parte della Ue, dunque il danaro non arriverà prima di aprile in modo che il governo Tsipras possa “cucinare” a puntino l’opinione pubblica interna, soprattutto prima dell’inizio della stagione turistica, che ogni anno vivifica l’ economia greca. L’ ulteriore aiuto a credito sarà approvato prima in modo da attenuare il nervosismo politica in Grecia e la pressione pubblica sul governo , in altri termini Ue e zona euro sosterranno la Grecia ma soltanto in base alla normativa esistente o solo leggermente modificata. La Grecia ha ancora nei suoi piani la possibilità di fallimento e dell’abbandono della zona euro e questo strumento di pressione non è stato ancora sufficientemente analizzato, ma è certo che l’Ue non lascerà né che Atene lasci la zona euro né accetterà pressioni sui singoli governi da parte di Tsipras.

Il ministro delle Finanze, Varufakis dichiara a sua volta che il peggiore scenario per Atene è quello di trovarsi fuori dall’ eurozona, e si dice fiducioso sul fato che il suo Paese sarà in grado di pagare entro marzo il miliardo e mezzo dovuto al Fondo monetario e nello stesso tempo avrà abbastanza soldi per assicurarsi la liquidità nel mese di aprile.”Siamo fiduciosi nel fatto che rimborseremo il prestito in pieno, in particolare quello di FMI, ma la nuova tranche ci fornirà liquidità anche per i prossimi quattro mesi”, aggiunge.

Il governo greco comincia ad avvicinarsi ad un momento delicato, quello in cui la distanza tra le grandi promesse ed i modesti risultati potrebbero causare un “break” politico con una nuova rivolta nei confronti del governo, altre lotte intestine nuove relezioni anticipate entro la fine del 2015. Al fine di raggiungere l’equilibrio in Parlamento e ridurre la pressione sulla scena pubblica, amministrazione Tsipras potrebbe anche decidere di migliorare i rapporti con la destra neonazista di “Alba Dorata”e questo processo sembra essersi iniziato con il rilascio dal carcere di alcuni estremisti. Questo sarebbe il motivo per cui il pubblico ministero ha chiesto la liberazione di due membri del partito neonazista greco imputati nelle indagini sull’omicidio di una attivista anti-fascista. Il capo del partito Nikos Mihalolijakos e il suo braccio destro, Hristos Papas, alla fine di marzo avranno scontato di 18 mesi di detenzione preventiva,ossia il massimo consentito dal codice penale. Il governo ha il potere di influenzare la Corte d’Appello quindi ci si può aspettare che i procedimenti giudiziari vengano in qualche modo mitigati,e si prevede anche che il pubblico ministero chieda anhe la scarcerazione di Yiannis Lagos, altro esponente di “Alba Dorata” accusato di coinvolgimento diretto nell’omicidio.

Il gruppo neonazista oggi vede sotto processo una settantina di persone e da queto punto in poi il governo Tsipras dovrebbe rivelarsi decisivo per la tutela dei diritti umani e del sistema giuridico, creando nello stesso tempo un clima politico interno di minor tensione. In Fondo “Alba Dorata” dispone sempre di 18 deputati.

Fonte: El Pais, Balkan Magazin

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