Grecia, accordo vicino con l'Europa?
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Grecia, accordo vicino con l'Europa?

Improvviso ottimismo culla conclusione delle trattative con la Ue sulla dilazione del debito, Tsipras si prepara ad aumentare l’Iva e Juncker vede elementi incoraggianti

Grecia, accordo vicino con l'Europa?
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redazione Modifica articolo

28 Marzo 2015 - 09.50


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Dopo settimane di rincorse e minacce, diktat tedeschi e corse in avanti ateniesi, forse il negoziato fra Unione europea e Grecia sulla dilazione dei debito sta per concludersi positivamente: Alexis Tsipras fa sapere di star preparando la sua lista di riforme e ha assicurato al presidente della Commissione, Jean-Claude Juncker che la presenterà ad inizio della prossima settimana. Questo impegno che ha smorzato il pessimismo di Juncker che ora si duce convinto che si arriverà ad una soluzione.

Anche il governatore della Banca di Grecia, Yannis Stournaras, parlando a Londra afferma che fra Grecia e partner europei “l’accordo è molto vicino” e aggiunge anche che presto Francoforte riesaminerà i termini della deroga che è stata rimossa il 4 febbraio, e fino ad allora consentiva l’accesso ai finanziamenti diretti. In sostanza, “l’’ipotesi di un’uscita della Grecia dall’euro non è fra le opzioni perchè porterebbe a costi enormi per la popolazione e benefici effimeri”.

La fase negoziale èperò è ancora in pieno svolgimento e dunque è presto per tirare un sospiro di sollievo, tanto che anche la stessa Bce allenta il pressing su Atene e aumenta a 71 miliardi la liquidità d’emergenza “Ela” alle banche, però nello stesso tempo conferma il divieto di ulteriori acquisti di titoli di Stato greci. Juncker al Parlamento europeo dice: “Qualche giorno fa ero pessimista perché non vedevo progressi, adesso siamo tornati a una dinamica più normale e spero si giungerà a una conclusione positiva”. Fra le riforme che Atene si appresta a varare ci sarebbero anche l’aumento dell’Iva e la riforma delle pensioni, misure che piacciono particolarmente all’Unione.

Dal governo Tsipras però si tiene a precisare però che l’esecutivo “è pronto a impegnarsi a realizzare le riforme se c’è l’impegno a farci respirare”, quindi Atene vuole ottenere prima l’esborso di una parte di aiuti per poi impegnarsi nell’attuazione delle riforme, seguendo una via opposta a quella indicata da partner europei ed istituzioni. L’Europa non è disposta a fare ulteriori passi verso la Grecia fino a che questa non rispetterà l’accordo del 20 febbraio, cioè avrà presentato una lista valida di riforme approvata anche dal “Brussels Group” ( che è poi la nuova denominazione della “trojka”) .

È per questo che oggi la riunione dei tecnici dell’Eurogruppo, ha chiuso alla possibilità che il fondo salva-Stati Efsf rimborsi ad Atene gli 1,2 miliardi che Tsipras sostiene di aver versato in più . “Dal punto di vista legale non c’è stato un pagamento in eccesso”, chiariscono i tecnici, lasciando però intendere che si potrebbero anche trovare soluzioni se l’Eurogruppo lo volesse . Il rischio di stallo, dunque, rimane: “Perchè il governo dovrebbe alienarsi il sostegno popolare se viene messo di fronte, come dice Soros, a un accordo “ lose-lose”, ossia ci perde comunque?” , dice una fonte ellenica.

Fonte: Agenzie

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