Naufragio, il pm: urto con nave mercantile
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Naufragio, il pm: urto con nave mercantile

Grazie alle testimonianze, sarebbero stati individuati i due presunti scafisti detenuti a Catania un tunisino e un siriano, in attesa dell'interrogatorio del Gip.

Naufragio, il pm: urto con nave mercantile
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21 Aprile 2015 - 11.10


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Individuati gli scafisti. Sono un tunisino di 27 anni, Mohammed Ali’ Malek, ritenuto il comandante, e un siriano di 25 anni, Mahmud Bikhit, indicato come componente dell’equipaggio i due ‘scafisti’ della naufragio avvenuto al largo della Libia. Il loro fermo, è stato disposto dalla Procura di Catania, è stato eseguito da personale della guardia costiera, dello Sco della polizia di Stato di Roma e dalla squadra mobile della Questura di Catania.

Lo schianto con la nave mercantile. Lo scafista che era al comando del barcone naufragato al largo della Libia, nel cercare di nascondersi e non farsi riconoscere, avrebbe pilotato con poca attenzione l’imbarcazione, che sarebbe entrata in collisione con mercantile King Jacob giunto in zona per prestare i soccorsi. Lo hanno raccontato i migranti sopravvissuti.
All’Unhcr i migranti hanno detto di essere partiti dalla Libia sabato mattina, attorno alle otto, e hanno sostenuto che a bordo c’erano circa 800 persone.

Secondo i pm “non è stato ancora possibile accertare il numero dei morti” nel naufragio in Libia, perché i superstiti riferiscono di cifre comprese tra i 400 e 950 passeggeri, ma “secondo alcuni sopravvissuti sentiti su nave Gregoretti e un report del mercantile portoghese si stima che a bordo del barcone ci fossero circa 850 migranti”.

L’arrivo a Catania. Diciotto dei 28 scampati alla tragedia hanno trascorso la notte al Centro accoglienza per richiedenti asilo (Cara) di Mineo. Erano sulla nave Gregoretti della guardia costiera con la quale sono sbarcati poco prima di mezzanotte nel porto di Catania. Sull’imbarcazione erano complessivamente 27 i superstiti e tre di loro sono accompagnati dalla polizia di Stato in una struttura riservata per essere sentiti come testimoni. La loro ricostruzione dei fatti è ritenuta importate dalla Dda della Procura di Catania che vuole ‘cristallizzare’ e tenere ‘incontaminata’ la loro ricostruzione.

Angelino Alfano. Sono accusati di omicidio colposo plurimo, naufragio e favoreggiamento d’immigrazione clandestina. I due, ha spiegato il procuratore di Catania Giovanni Salvi, sono stati indicati dai sopravvissuti che erano a bordo della nave Gregoretti e riconosciuti anche dal giovane del Bangladesh ricoverato in ospedale a Catania a cui sono state mostrate delle fotografie.

Sono accusati di omicidio colposo plurimo, naufragio e favoreggiamento d’immigrazione clandestina, i due presunti scafisti – comandante tunisino e assistente siriano – alla guida del barcone naufragato al largo di Malta.

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