Per la seconda notte consecutivi, l’aviazione dell’Arabia Saudita ha compiuto raid aerei nello Yemen, bombardando le postazioni dei ribelli houthi, nella regione di Saada, roccaforte dei ribelli di origine sciita. Solo nelle ultime 12 ore sono stati segnalati già 100 bombardamenti aerei da parte dei sauditi.
L’Onu ha criticato la decisione di Riad per i «troppi civili morti», facendo presente che le vittime sarebbero almeno 1400 dall’inizio delle operazioni lo scorso 26 marzo 2015, ma i militari sauditi replicano: «Gli houthi si nascondono fra i civili, per questo ci sono vittime nella popolazione». I raid aerei hanno demolito anche la residenza dell’ex presidente Saleh.
Le milizie dell’ex presidente Ali Saleh, alleate dei ribelli, hanno intato fatto sapere di essere pronte ad accettare la proposta di tregua saudita di 5 giorni a partire da martedì, 12 maggio 2015, mentre leader, militari e politici, degli houthi tacciono. “Annunciamo di aver accettato il cessate il fuoco umanitario che inizierà martedì” ha dichiarato il colonnello Sharaf Luqman, portavoce di quella parte di forze armate yemenite alleate con gli Houthi, all’agenzia Saba. Luqman ha però specificato che le truppe risponderanno immediatamente a qualsiasi violazione della tregua ad opera di al Qaeda nella Penisola Arabica (sunniti) e dei loro alleati.