Grecia: Tsipras tratta, ma conferma il voto
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Grecia: Tsipras tratta, ma conferma il voto

Il pagamento della Grecia che era oggi in scadenza non è arrivato. Si terrà questa mattina, la teleconferenza dell'Eurogruppo per discutere la richiesta di Tsipras.

Grecia: Tsipras tratta, ma conferma il voto
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1 Luglio 2015 - 16.46


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L’accordo tra la Grecia e i creditori sembra più vicino. Le borse accolgono con euforia le indiscrezioni. Slitta alle 17:30 la teleconferenza dell’Eurogruppo per discutere la richiesta di Tsipras per negoziare un terzo salvataggio. Intanto in nottata l’Fmi ha confermato di non aver ricevuto il pagamento da parte della Grecia che diventa il primo Paese avanzato a fare default nei confronti del Fondo Monetario Internazionale.






Junker: stop ai negoziati, fino al referendum. “La Commissione non avrà alcun contatto con il governo di Atene prima del referendum”. Sarebbe questa la conclusione a cui sarebbe giunto Jean Claude Juncker dopo la riunione del Ppe. Fonti parlamentari hanno spiegato che il presidente della commissione Ue avrebbe detto: “Ho dato mandato che nessun Commissario intervenga su quesito, che riguarda politica greca”. Avrebbe poi aggiunto: “Ci sono volute due ore a me, politico democratico cristiano per convincere un comunista che bisogna far pagare giuste tasse agli armatori. La differenza tra le due proposte era solo di sessanta milioni. Non avrei voluto trovarmi in una situazione tra si e no, avrei preferito – avrebbe concluso – ‘un’opzione C’, quella dell’accordo”.







Hollande chiede: accordo prima del referendum Il presidente francese, François Hollande, ha invocato oggi un accordo con la Grecia prima del referendum del 5 luglio, per evitare di sprofondare la zona euro “nel vuoto”.






Tsipras, la Grecia resta al tavolo negoziale. “La Grecia resta al tavolo negoziale”: lo ha dichiarato il premier greco Alexis Tsipras in un messaggio televisivo. “Vogliamo un accordo con i partner europei, ma che sia sostenibile”, ha aggiunto. Un voto negativo al referendum “non significherebbe dire no all’Europa, ma tornare a un’Europa di valori”, ha continuato il premier greco, invitando i cittadini a esprimersi contro la proposta europea. Alexis Tsipras si è rivolto anche ai pensionati in fila alle banche: “Noi vogliamo difendere le vostre pensioni, vogliamo che restino pensioni, non elemosine”. “Mente chi dice che abbiamo piani per una Grexit”.




Merkel: attendiamo esito referendum. La Grecia ha il diritto di fare il suo referendum sulle proposte europee, ma i partner europei hanno egualmente il diritto di rispondere a quello che sarà il suo esito. Lo dice la cancelliera tedesca Angela Merkel, secondo cui – nonostante l’ultima apertura di Atene – “la Germania ha deciso: aspettiamo il referendum”.





Schaeuble, dopo rottura non si torna indietro. Il negoziato con la Grecia non può tornare allo “status quo: siamo in una situazione completamente nuova”. Lo ha detto il ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schaeuble, spegnendo gli entusiasmi dopo l’ultima lettera del premier ellenico Alexis Tsipras che “non è una base per parlare di misure serie”. Parlare prima del referendum indetto dalla Grecia “non ha senso”, ha aggiunto Schaeuble.

Tsipras pronto accettare condizioni Ue . Il premier greco Alexis Tsipras “accetterà tutte le condizioni dei creditori che erano sul tavolo nel weekend con solo alcuni cambiamenti minori”. Lo scrive il Financial Times che cita la lettera inviata da Tsipras ai creditori la notte passata.


Fmi conferma, Atene non ha pagato. Il pagamento della Grecia che era oggi in scadenza non è arrivato: la conferma ufficiale arriva dall’Fmi, che sottolinea come ora Atene non potrà ricevere nuovi finanziamenti fino a che non avrà pagato gli arretrati.



Il referendum costerà «fino a 20 milioni di euro»: lo ha detto il ministro dell’Interno Nikos Voutsis, spiegando che nell’approssimarsi del voto, una commissione informale ‘bipartisan’ si è incontrata ieri con i rappresentanti di tutti i partiti, inclusi quelli rappresentati all’Europarlamento. Voutsis ha detto che non ci sarà alcun finanziamento pubblico ai partiti impegnati nella campagna referendaria. Il ministro ha ricordato che per essere valido, il referendum deve essere votato da almeno il 40% degli aventi diritto. Circa 8 milioni di greci sono chiamati ad esprimersi, su una popolazione attorno agli 11 milioni.



Grecia non paga Fmi, “stop aiuti, prima gli arretrati” . “Atene non ha pagato”. E’ passata da pochi minuti la fatidica scadenza entro la quale avrebbe dovuto onorare i suoi impegni, che dal Fondo monetario internazionale arriva la conferma di quanto già ampiamente annunciato. La Grecia è il primo Paese avanzato a fare default nei confronti dell’Fmi, a ‘saltare’ un pagamento al Fondo nei suoi 71 anni di storia. “Abbiamo informato il nostro board esecutivo che la Grecia è ora in arretrato, e potrà ricevere finanziamenti dall’Fmi solo se gli arretrati saranno pagati”, spiega in una breve nota il portavoce del Fondo, Gerry Rice. Dunque niente più aiuti ad Atene fino a quando non salderà il suo conto. E la richiesta di proroga dei pagamenti scaduti – taglia corto il portavoce – sarà esaminata dal board esecutivo “a tempo debito”. Ora – come scrive il Wall Street Journal – l’ipotesi Grexit, quella dell’uscita del Paese ellenico dall’Eurozona, è davvero più vicina. Anche se i negoziati in sede Ue proseguiranno ad oltranza. Perché nessuno in Europa, ma anche negli Stati Uniti, vuole correre anche il minimo rischio di una nuova crisi finanziaria. Intanto il mancato pagamento del governo Tsipras – come sottolinea il Financial Times – fa sì che l’Fmi si ritrovi “in acque inesplorate”, in una situazione del tutto inedita che potrebbe avere conseguenze sulla strategia e le politiche future del Fondo stesso, soprattutto per quel che riguarda il salvataggio dei Paesi in difficoltà finanziarie. In base alla regole dell’Fmi il mancato pagamento di 1,2 miliardi di dollari (circa 1,5 miliardi di euro) da parte della Grecia avrà quindi alcuni effetti immediati. Non solo Atene non sarà più in grado di accedere ai finanziamenti del Fondo fino a quando non avrà risanato la sua posizione. Ma il mancato pagamento si tradurrà anche in una serie di notifiche e procedure che potrebbero culminare nella perdita dei diritti di voto della Grecia in seno all’Fmi. Oppure, nel caso più estremo, si potrà verificare la sua ‘uscita’ dall’istituto di Washington. La conseguenza più importante, però, è quella simbolica: quella di un Paese che gira le spalle a un’istituzione che da quando è stata creata a Bretton Woods ha sempre agito come prestatore di ultima istanza. E finora a fare default con il Fondo erano stati solo Paesi in via di sviluppo. E gli 1,2 miliardi di dollari della Grecia sono il caso maggiore di mancato pagamento da parte di un Paese membro dell’Fmi. Simbolico, infine, è anche il fatto che la Grecia è entrata nel Fondo nel 1945 ed è stato uno dei suoi membri fondatori. E il mancato pagamento arriva in un momento delicato per l’Fmi, che sta cercando di mantenere la sua rilevanza internazionale mentre le economie emergenti creano istituzioni rivali.





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