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Il Parlamento greco all’alba ha dato a Tsipras il via libera per chiudere con Bruxelles: era la sola via d’uscita per evitare la catastrofe. [Nuccio Fava]

Nuccio Fava
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11 Luglio 2015 - 11.48


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di Nuccio Fava

Il Parlamento all’alba ha dato a Tsipras il via libera per chiudere con Bruxelles. Orientamento che era divenuto la sola via d’uscita per evitare la catastrofe. Tsipras col suo fiuto tattico l’aveva compreso per tempo e la sua lunga e dettagliata esposizione in Parlamento ne è stata eloquente conferma.

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Ha dovuto pagare una scissione a sinistra, ripagata dai consensi ottenuti dai moderati del centro destra. Del resto quei singolari ed inequivocabili indicatori che sono l’andamento di borse e mercati hanno fatto capire che la conclusione dell’interminabile ping-pong Grecia – U.E. avrebbe dovuto ormai avviarsi alla fine.

Non se ne poteva più di questo finale di partita oltre i tempi supplementari. Soprattutto i cittadini greci, provati e ancor più preoccupati per il futuro, spingevano perché si giungesse ad una accordo.

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Anche molti degli stessi elettori che avevano approvato il quesito referendario, non ne potevano più di stare in fila per ore e scoprire che neppure i 60 euro giornalieri a persona erano disponibili. La moneta circolante era scarsa e ai turisti le agenzie raccomandavano di non fidarsi delle carte di credito e di munirsi di contanti in abbondanza.

La paura crescente e le due condizioni di vita già in atto, hanno costituito in realtà il maggiore propellente per spingere Tsipras alla prova decisiva. Si attende ormai – questione di ore – la conclusione a Bruxelles. Da ricordare la preoccupazione ed il costante interessamento della Casa Bianca, l’intervento personale di Obama sulla Merkel e Hollande e sullo stesso Tsipras.

La collocazione geopolitica della Grecia ha pur sempre una importanza considerevole, specie di fronte alle guerre e al terrorismo imperante, mentre la Turchia assume posizioni sempre più ambigue.

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Un segnale ulteriore della minaccia del terrorismo globale che ci circonda, viene dal Cairo con un grave attentato contro il Consolato d’Italia. Colpisce contemporaneamente l’Italia e L’Egitto, rappresentando un doppio segnale: colpire l’Egitto, impegnato a tutto campo contro l’ISIS ed il fondamentalismo; ricordare all’Italia che è sotto tiro e può essere colpita facilmente.

Per l’Europa tutta ricomporre la vicenda greca è un risultato importante. La coincidenza temporale con l’attentato terroristico del Cairo, richiama alle urgenti responsabilità a cui l’Europa deve decidersi a far fronte.

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